venerdì 29 febbraio 2008

Immigrazione. Il problema del denaro sporco



di Antonio Maglietta - 28 febbraio 2008

Quello dei money transfer si propone sempre più come «un sistema bancario alternativo, che rischia di mettere in crisi anche quello legale, essendo stati identificati circa 25 mila punti di raccolta di denaro presenti in Italia, dei quali si stima che il 30% - circa 8 mila - siano illegali». A lanciare l'allarme è la Relazione conclusiva dell'attività della Commissione parlamentare Antimafia, presentata mercoledì a Roma, nel capitolo dedicato al riciclaggio. Il servizio money transfer consente di inviare e/o ricevere denaro presso una qualsiasi location nel mondo (con riferimento all'agenzia presso la quale si effettua il trasferimento dei soldi) nel giro di pochissimi minuti (anche solo 20). E' pensato per chi, per varie ragioni, ha la necessità di spedire o ricevere piccole somme di denaro in modo veloce, sicuro e riservato e senza troppi impacci burocratici. Chiunque, infatti, senza particolari controlli, può inviare o ricevere denaro in contanti, in qualsiasi paese. E' sufficiente presentare un documento d'identità e non è necessario essere titolari di un conto bancario o postale, né possedere una carta di credito. Questi punti di raccolta - segnala il documento della Commissione - utilizzano anche i tabaccai, gli internet point, i phone center: nel solo 2005 sono transitati, attraverso i money transfer italiani, come rimesse effettuate dagli immigrati, circa 1,4 miliardi di euro, a fronte dei 750 milioni di euro del sistema bancario ufficiale. Un fiume di denaro che «nella maggioranza dei casi non si sa da dove provenga e dove vada a finire».

Ben 400 agenzie di trasferimento di denaro completamente abusive sono state scoperte a conclusione dell'indagine «Easy money» condotta dalla Procura di Ancona ed è emerso che, in questo movimento internazionale di soldi, l'Italia è seconda al mondo dopo gli Stati Uniti. Il procuratore Grasso ha citato quello che potrebbe essere definito il modello che ricalca quello reso famoso dal film «La stangata»: ad Ancona, infatti, è stata aperta un'agenzia che in quattro mesi ha fatto viaggiare 1,5 milioni di euro verso la Colombia. Soldi che servivano a pagare una partita di stupefacenti. L'agenzia era stata creata ad hoc e subito dopo è scomparsa. I problemi che pone questo tipo di agenzie sono seri. «Causa di ciò - conclude la Commissione - è stata rintracciata nella possibilità di operare abusivamente in questo settore e nella difficoltà dei controlli dovuta alla proliferazione dei punti di raccolta. Appare ormai evidente che le agenzie che svolgono trasferimenti di denaro possono rappresentare un canale per convogliare flussi di denaro che proviene da attività illecite».

L'Antimafia propone di definire con una norma chiara il concetto di «operazione sospetta», attraverso il ricorso a «indicatori di anomalie finanziarie». Tra le altre proposte, quella di incrementare la potenzialità dissuasiva della sanzione penale a fronte del mancato rispetto degli obblighi di segnalazione e identificazione, attualmente affidata a una sanzione pecuniaria. Infatti - afferma la relazione dell'Antimafia sul tema - «appare quanto mai paradossale il fatto che, allo stato, in Italia i dati sul reato di riciclaggio siano ben poco significativi, poiché in tale ambito si producono poche indagini e ancor meno processi si concludono con sentenze di condanna».

Senza criminalizzare il sistema dei money transfer, strumento utile se usato per scopi legali, è evidente che intorno al tema dell'immigrazione gira un mare di soldi e che molte volte si tratta di denaro sporco gestito da organizzazioni criminali. Anche alla luce di questi dati di fatto appare ancora più inconcepibile la proposta del governo Prodi (pagine 5, 7, 15), presente anche nel programma del Partito Democratico di Veltroni (pagina 22), di introdurre nell'ordinamento italiano l'istituto della cosiddetta «sponsorizzazione» (ossia garanti pubblici e privati per gli immigrati che vengono sul nostro territorio per motivi di lavoro pur non avendo un contratto) e quello dell'«autosponsorizzazione» (immigrati che vengono in Italia per gli stessi motivi senza avere un contratto ma in possesso di adeguate risorse finanziarie). E' facile pensare, infatti, che tali istituti, così come sono stati proposti nel cosiddetto disegno di legge delega Amato-Ferrero e ripresi nel programma del partito dell'ex sindaco di Roma, essendo privi di un sistema di controlli adeguato, che sarebbe peraltro difficilmente realizzabile, rischierebbero di diventare ben presto delle vere e proprie lavanderie del denaro sporco proveniente dai più disparati traffici dell'economia criminale mondiale. Insomma, se come sistema-paese vogliamo scalare i vertici delle classifiche economiche internazionali, non facciamolo certo partendo da quelle criminali.

Antonio Maglietta

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