mercoledì 20 febbraio 2008

I 12 punti di Prodi e Veltroni



di Antonio Maglietta - 20 febbraio 2008

Nei giorni scorsi Walter Veltroni, dopo aver nascosto per bene dal punto di vista mediatico Romano Prodi, ha sciorinato il suo vago e fumoso programma di governo. Vediamo quali sono le novelle XII Tavole veltroniane, che tanto ricordano i famosi 12 punti «non negoziabili» del programma presentato dal Professore dopo la crisi di governo del febbraio 2007.

1. Infrastrutture ed energia. Basta con l'ambientalismo Nimby (Not In My Back Yard, ndr), che cavalca «ogni protesta», dice Veltroni. Sì all'ambientalismo «del fare»: ai termovalorizzatori per trattare i rifiuti, anche alla Tav. Belle parole, ma l'ambientalismo del fare di cui parla Veltroni è quello dell'attuale presidente della regione Campania, nonché esponente di spicco del Partito Democratico, Antonio Bassolino?
2. Sud. Al secondo punto del programma del Pd c'é il Mezzogiorno. Qui - bacchetta il segretario - bisogna cambiare velocità. E lo stesso bisogna fare per i trasporti. Entro il 2013 il passo deve essere quello del resto dell'Europa sviluppata. Belle parole anche in questo caso: se il neofuturista Veltroni, che parla di velocità, ci dicesse pure come intende realizzarla, sarebbe meglio. Nel frattempo, guardando ai fatti, la velocità del Partito Democratico al Sud è modulata dai presidenti delle Regioni Campania e Calabria, Antonio Bassolino e Agazio Loiero. Non ci risulta che l'amministrazione di governo delle citate Regioni possa essere presa a modello di efficienza e di velocità.
3. Spesa pubblica. Spendere meglio, spendere meno. Uno slogan che riassume bene gli obiettivi che vuole centrare il Pd. La spesa pubblica è «il banco di prova decisivo» del nuovo governo, afferma Veltroni. Peccato che qualche giorno fa il Sole 24 Ore abbia pubblicato uno studio secondo cui sul bilancio pubblico del 2008 peserà un «buco» di 7 miliardi di euro: spese che il governo di Romano Prodi, presidente del partito di Veltroni, ha rinviato dal 2007 al 2008. Si tratta delle risorse necessarie al rinnovo dei contratti pubblici (fra i 2 ed i 6 miliardi), di quelle destinate alle Ferrovie dello Stato (2 miliardi), del miliardo ed 800 milioni di rinvio di spese varie, dei 600 milioni per l'emergenza rifiuti in Campania e dei 300 milioni di costo delle elezioni anticipate. Nel complesso, appunto, 7 miliardi di euro: lo 0,4-0,5% del Pil. Inoltre dai 1.575,4 miliardi del dicembre 2006, il debito pubblico è salito di circa 51,8 milioni con un incremento del 3,3%. Lo ha rilevato nei giorni scorsi il supplemento Finanza Pubblica di Bankitalia.
4. Tasse. Fisco più leggero per tutti. Meno tasse per famiglie, imprese e lavoratori: dal 2009 Veltroni promette un taglio delle aliquote Irpef di un punto l'anno per tre anni. Ma il segretario del Pd ne ha già parlato con Vincenzo Visco e Tommaso Padoa-Schioppa («Le tasse? Bellissime»)? La pressione fiscale sugli italiani, che alla fine del 2005 era al 40,6% del Prodotto interno lordo, nel 2006 è cresciuta al 42,3% e nel 2007 è schizzata al record decennale del 43% (L'economia italiana nel 2008. Relazione Previsionale e Programmatica per il 2008, del 28 settembre 2007, pagina 8 - fonte: Ministero dell'Economia).
5. Donne. Idee chiare su nodi delicati come la 194. «E' una buona legge, che va difesa», afferma Veltroni. Nessuno ha ancora capito, però, se quando parla di difesa della legge 194 si riferisce anche alle parti inattuate della norma e se, soprattutto, concorda con le idee dei cosiddetti «teodem» del Partito Democratico e della loro tenace leader Paola Binetti: «Giusto salvare il feto anche se la madre dice no».
6. Affitti. Il Pd propone un grande piano di social housing per aumentare l'offerta di case in affitto e un fisco più amico, con la possibilità, tra l'altro, di sgravi fino a 250 euro al mese. Tutte belle parole, ma nel frattempo, con la Finanziaria 2008 di Prodi, ai giovani sono arrivati un insulto (il famoso «bamboccioni» del ministro dell'Economia) e una misera mancia per gli affitti: chi ha un reddito fino a 15.494 potrà avere una detrazione di 300 euro all'anno (25 euro al mese), mentre chi rientra nei 30.987 euro avrà diritto a 150 euro.
7. Bambini. Dote fiscale per i figli da 2.500 euro annui e più asili nido: raddoppiare il numero nei prossimi 5 anni. Non solo lotta alle violenze contro i più piccoli, in primis contro la pedofilia. Questa parte è copiata dai 12 punti del programma di Prodi. E poi: esiste qualcuno, nel mondo politico, che sia favorevole della pedofilia?
8. Scuola e università. Creare 100 campus entro il 2010; poi, test periodici per valutare gli studenti. Parola d'ordine: favorire e premiare il merito. Ci si è già dimenticati delle parole del ministro Mussi sui tagli a scuola e ricerca?
9. Lotta alla precarietà. Veltroni la spara grossa: salario minimo di 1.000 euro per i precari e poi percorsi per rendere stabile il lavoro, anche attraverso incentivi alle imprese. Qui viene fuori la rigidità ideologica della sinistra, che non tramonta mai. Come ha ben ricordato Maurizio Sacconi, «la legge Biagi ha introdotto il criterio della congruità della remunerazione rispetto alla prestazione, ma stabilire una soglia minima è un non senso perché significa dimenticare che devono essere prestazioni autonome al risultato per cui possono essere anche rare ovvero di bassa intensità lavorativa. Basti pensare a quelle collaborazioni degli studenti o delle madri di famiglia che sono interessate ad attività limitate nel tempo per conciliarle con gli altri impegni».
10. Sicurezza. E' uno dei primi, forse il primo diritto di ciascuno, dice il segretario. E allora, il futuro prevede più agenti per le strade e nuove tecnologie. Non solo. «La sicurezza dipende anche dalla certezza della pena», afferma Veltroni. Già dimenticate le parole del Papa sul degrado della Capitale amministrata da Veltroni?
11. Giustizia e legalità. Il Pd chiede trasparenza per le nomine, interne e esterne. Niente candidature in parlamento, poi, per chi è stato condannato per reati «gravissimi», dalla mafia alla concussione. Non manca un impegno sui tempi della giustizia, ovviamente per accelerarli. Ma perché, c'è qualcuno che voglia rallentarli? E poi, tralasciando la genericità degli impegni presi da Veltroni, che vogliono dire tutto e niente, va rilevato che il Pd dovrà fare i conti con la politica giustizialista imposta dall'alleanza con Di Pietro: più che un apparentamento tra Partito Democratico e Italia dei Valori, si tratta di un ammanettamento.
12. Riforma tv. Doppia ricetta del Pd: superare il duopolio Rai-Mediaset e poi, per la tv di Stato, via libera a una fondazione titolare delle azioni che nomini un amministratore unico del servizio. Un amministratore unico di area Pd, vero? La storia insegna che è bene andare con i piedi di piombo quando la sinistra parla di televisioni.

In conclusione, va aggiunto che lunedì, dalle pagine del quotidiano La Repubblica, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha dato la sua benedizione al programma del Partito Democratico di Walter Veltroni: «No, non dico che il programma di Veltroni è il nostro programma. Porta male», però «vedo un'attenzione nelle proposte del Pd al tema del lavoro, dai precari alla questione dei redditi, che rappresenta un segnale positivo e interessante». Viste le storiche posizioni regressiste del sindacato rosso, l'appoggio di Epifani toglie anche gli ultimi dubbi sul fatto che il programma di Veltroni-Prodi sia quello che serve all'Italia.

Antonio Maglietta

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