venerdì 15 febbraio 2008

Il piano Ue contro l'immigrazione incontrollata



di Antonio Maglietta - 15 febbraio 2008

Semplici turisti, immigrati per motivi economici o lavorativi, manager in trasferta, studenti. Il nuovo registro elettronico di entrata e uscita dell'Unione Europea proposto dal vicepresidente della Commissione Franco Frattini non fa distinzioni: i cittadini di paesi terzi che vorranno entrare in Europa dovranno fornire dati biometrici come le impronte digitali o la scansione della retina. Sul sistema, che dovrebbe entrare in vigore dal 2015, saranno registrati i dati di chi chiede un visto per soggiorni di breve durata, fino a tre mesi, con l'indicazione di luogo e data di entrata. Chi vorrà ottenere lo status di «viaggiatore registrato» (come requisiti essenziali sono sufficienti mezzi di sussistenza personali adeguati e nessun precedente di soggiorni illegali) può registrare i propri dati biometrici e saltare così la trafila dei controlli, passande la frontiere e facendo semplicemente leggere le impronte digitali da un computer.

In particolare, la misura sarebbe rivolta a quanti non necessitano del visto Schengen, ma servirebbe anche a individuare quanti rimangono oltre la scadenza di un visto. «Il sistema ingresso/uscita - ha affermato Frattini a Bruxelles - aiuterà a risolvere il principale fattore che contribuisce all'immigrazione clandestina». Questo - ha precisato - «non è il flusso di poveri disperati che sbarcano a Lampedusa, ma è soprattutto rappresentato da tutte quelle persone che restano in Europa ben oltre la scadenza del loro permesso di soggiorno». Al momento l'Ue non ha una misura per verificare in tutti gli Stati che aderiscono allo spazio Schengen se l'extracomunitario abbia effettivamente lasciato l'Unione.

Frattini, con la sua proposta, coglie nel segno perché l'immigrazione incontrollata che trascende nella clandestinità non è quella delle cosiddette «carrette del mare», ma quella delle furbate fatte sui visti: si entra con il visto turistico di tre mesi in maniera legale, salvo poi continuare a rimanere in territorio europeo oltre la scadenza del tempo previsto, entrando così nell'alveo dell'illegalità. Ben venga, quindi, un sistema organico di controllo delle entrate e delle uscite. Solo con l'aiuto delle nuove tecnologie - spiega una nota della Commissione - l'Europa può affrontare la sfida della mobilità frenetica dei nostri giorni. Il Vecchio Continente, infatti, continua ad essere la meta più importante al mondo per il turismo, con più di 800 milioni di persone che ogni anno varcano le sue frontiere, tra entrate e uscite. Nel 2006, inoltre, si stima che nell'Ue ci fossero 8 milioni di immigrati illegali, di cui l'80% nell'area Schengen.

Dall'Unione Europea arriva quindi una proposta semplice, chiara e razionale per combattere l'immigrazione illegale. Dall'Italia, sponda centrosinistra, arrivano invece annunci quanto mai discutibili alla luce del recentissimo passato. Infatti, stupisce vedere Antonio Di Pietro, novello alleato del Partito Democratico, mettere tra i punti del suo programma per cambiare l'Italia, in materia di sicurezza: «Limitazioni all'immigrazione di soggetti senza reddito o posto di lavoro». Ma non era sempre lui, Di Pietro, un ministro del governo Prodi che approvò in silenzio, nel Consiglio dei ministri del 24 aprile dello scorso anno, il cosiddetto progetto di legge Amato-Ferrero, esprimendo solo una semplice «perplessità sull'impianto del ddl» ed ammettendo che questa perplessità non era stata neanche fatta presente in maniera ufficiale in Cdm? Basterebbe leggersi il comunicato ufficiale di quella riunione per dimostrare il silenzio-assenso di Di Pietro. E non sempre lui, Di Pietro, quello che in un certo modo accettava la figura dello sponsor per l'immigrato (quindi la possibilità per un immigrato di entrare in Italia senza contratto di lavoro) trincerandosi dietro un banale: «Deve essere uno sponsor vero e non una maschera di facciata per entrare»? (dichiarazione del 24 aprile 2007). Ben venga il ravvedimento del ministro Di Pietro, ma un po' di coerenza in più non guasterebbe, soprattutto su un tema importante come quello dell'immigrazione.

Antonio Maglietta

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