lunedì 18 febbraio 2008

Multiculturalismo sotto accusa in Gran Bretagna



di Antonio Maglietta - 16 febbraio 2008

La Gran Bretagna è diventata un terreno fertile per i terroristi. E' la denuncia di importanti esperti in materia di difesa, riportata oggi da vari quotidiani tra cui il Daily Mail. Dal Royal United Services Institute, rinomato pensatoio britannico sui temi della difesa e della sicurezza nazionale, è partito un attacco senza precedenti contro la politica di sicurezza del governo: non «indicare un limite» alle popolazioni di immigrati che entrano in Gran Bretagna sta minacciando la lotta contro il fondamentalismo interno. I ministri sono accusati di aver dato una «risposta frammentaria e irregolare» alle minacce urgenti alla nazione e di lasciare senza fondi le forze armate, arrivate allo «sfacelo cronico». Il think tank sulla sicurezza, che ha stretti contatti con importanti esponenti militari e politici del paese, ha sollecitato i ministri ad abbandonare «gli orientamenti poco e falsamente strategici» e a rendere la difesa del regno «il primo compito del governo». Quanto si debbano integrare le comunità etniche, in particolare il milione e 800mila musulmani, è una questione politica calda da quando, nel luglio 2005, quattro attentatori suicidi islamici britannici hanno ucciso 52 persone in una serie di attacchi contemporanei contro il sistema dei trasporti urbani londinese. Gli attentati hanno provocato un dibattito sulla eventualità che la politica di Londra, di evitare l'imposizione della sola identità nazionale britannica e di promuovere, invece, una società multiculturale, abbia portato alla fine alla segregazione delle minoranze ed a covare così pericolosi odi e rancori all'interno della società.

Il rapporto, che si basa sulle conclusioni di ex capi militari, diplomatici e analisti, dice: «La mancanza di fiducia in se stesso del paese è in aspro contrasto con l'implacabilità del suo nemico terrorista islamico». «La sicurezza del Regno Unito è a rischio e minacciata», dice ancora il rapporto, che propone la creazione di un nuovo comitato governativo per supervisionare la politica sulla sicurezza, e di una commissione parlamentare che cerci di costruire il consenso e di identificare le debolezze del sistema di sicurezza.«Il Regno Unito si presenta come un bersaglio, come una società post-cristiana frammentata, sempre più divisa sull'interpretazione della propria storia, sui suoi obiettivi nazionali e nella sua identità politica», dice il RUSI. «Tale frammentazione è aggravata invece da una ferma rappresentazione di sé da parte di quegli elementi che rifiutano o di integrarsi». La deprimente valutazione arriva mentre i vertici della sicurezza hanno lanciato l'allarme sulla riduzione d'organico dei servizi segreti, che potrebbe pregiudicare la loro efficienza. Il Defence Intelligence Staff (Dis), che analizza le informazioni con Gchq (Government Communications Headquarters, l'agenzia governativa che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio, nell'ambito delle comunicazioni, attività tecnicamente nota come SIGINT - Signal Intelligence -), MI6 (il servizio segreto britannico che si occupa delle operazioni fuori dal territorio nazionale di Sua Maestà) e ministero della Difesa, deve fronteggiare la perdita di 121 posti.

Insomma anche in Gran Bretagna, classico esempio di società fondata sul multiculturalismo, il dibattito è aperto e le criticità di una tale struttura societaria stanno venendo a galla. La buona società è quella aperta e pluralistica fondata sulla tolleranza e sul riconoscimento del valore della diversità. Il multiculturalismo non è una prosecuzione del pluralismo ma, al contrario, la sua negazione, poiché non persegue un'integrazione differenziata, ma una disintegrazione multietnica. Giovanni Sartori afferma che mentre il pluralismo difende ma contemporaneamente frena la diversità e richiede l'assimilazione, il multiculturalismo non fa che accentuare le diversità mediante politiche di riconoscimento. Mentre con l'affirmative action i principi del costituzionalismo liberale (governo della legge e generalità di questa) vengono rispettati, il multiculturalismo mina le basi della convivenza democratico-liberale. Questo secondo Sartori «porta alla Bosnia e alla balcanizzazione» (Giovanni Sartori, Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica, Milano, 2002).

Antonio Maglietta

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