mercoledì 30 luglio 2008

La farsa dell'opposizione sull'assegno sociale



di Antonio Maglietta - 29 luglio 2008

Non passa giorno che i professionisti dello straccio delle vesti non entrino in azione con urla ed annunci roboanti contro le iniziative del Governo. Tra le questioni più gettonate c'è il provvedimento, inserito nella manovra economica, che rivede i criteri per l'assegnazione dell'assegno sociale. L'impegno del governo, nel rivedere l'assegno sociale agli extracomunitari, tende a superare l'equiparazione, esistente nella norma vigente, tra cittadini italiani e i ricongiunti stranieri titolari di permessi di soggiorno. Nella manovra si vuole rivedere solo ed esclusivamente l'erogazione dell' assegno sociale ai ricongiunti extracomunitari ultrasessantacinquenni.

Fino ad ora, infatti, gli extracomunitari usufruivano di questo assegno sociale sin dal momento in cui mettevano piede nel nostro paese e ciò gli dava diritto a ritirarlo mensilmente, con uguale trattamento di un pari età italiano che, invece, ha contribuito a finanziare il welfare state nostrano. E' giusto che questi assegni vengano versati a persone anziane che per varie ragioni non hanno potuto accumulare adeguati versamenti contributivi e non anche a quegli immigrati ricongiunti che abusano di tale strumento per usufruire di un welfare state a costo zero.

Il sottosegretario Vegas, poi, martedì mattina, ha precisato che: «Le modifiche apportate alla Camera all'articolo 20 in tema di assegno sociale non ne mutano la destinazione, che concerne esclusivamente i cittadini extracomunitari. I limiti alla concessione dell'assegno non riguardano pertanto né i cittadini italiani né tanto meno le casalinghe. In ogni caso la volontà del legislatore - governo e Parlamento - è inequivoca in materia. Tale interpretazione autentica verrà ribadita immediatamente al Senato». Vengono spazzate via, quindi, tutte le bugie diffuse a piene mani dall'opposizione sul fatto che la disposizione in questione avrebbe leso i diritti di tutti quei cittadini italiani che non avessero raggiunto i requisiti aggiuntivi per la corresponsione dell'assegno sociale, e cioè dieci anni di residenza legale e di attività lavorativa sul territorio nazionale.

La cosa curiosa è che tutte queste polemicucce sono nate con quasi due settimane di ritardo visto che le disposizioni in questione sono già passate al vaglio della commissione Bilancio della Camera; e basterebbe dare uno sguardo al resoconto stenografico della V commissione di Montecitorio per rendersi conto della farsa che sta andando in scena in questi giorni. Infatti, l'opposizione nelle sedi istituzionali non ha mosso alcuna critica, salvo svegliarsi con ritardo sui giornali e sparare a zero senza neanche essere a conoscenza della disposizione e di quale è lo status quo. E tanto per chiarire i termini della questione, il capogruppo della Lega a Montecitorio, Roberto Cota, ha sottolineato che «l'emendamento sul cosiddetto assegno sociale, per la parte che non riguarda gli extracomunitari, è a firma dell'onorevole Zeller esponente dell'opposizione. Se oggi, a distanza di giorni, sorgono dubbi interpretativi si chiariscano pure, ma ciascuno si assuma la responsabilità politica di quello che propone».

Insomma, questa vicenda dimostra come l'opposizione si muova solo per apparire sui giornali e senza andare a toccare il merito delle questioni. Se poi si vuole proprio approfondire la faccenda, allora sarebbe interessante sapere se per il centrosinistra sarebbe giusto, in generale, un sistema in cui il nostro welfare state venga usato, o meglio sarebbe dire abusato, da chi non ha versato neanche un solo euro per sostenerlo e non ha vissuto e lavorato in maniera continuativa (e legalmente) nel nostro paese per un congruo periodo. Se sìa, allora ci dicesse anche da dove prenderebbe i soldi per coprire gli assegni sociali per gli anziani del nostro paese.

Antonio Maglietta

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