giovedì 17 luglio 2008

Sinistra in progress: da Il Capitale a Novella 2000

di Antonio Maglietta - 17 luglio 2008

Una volta c’era la mitica scuola di Frattocchie, lo storico luogo di formazione dei dirigenti del Partito Comunista Italiano, palestra di cervelli ed idee di sinistra. Si sa, però, che la modernità porta quasi sempre delle novità. Ed ecco che oggi, infatti, a 17 anni di distanza dalla chiusura, al posto della mitica scuola dei quadri comunisti italici, c’è la sala d’attesa del parrucchiere, come luogo ideale per la sinistra ove sviluppare nuove idee per la battaglia politica. Dopo il crollo delle ideologie, la nuova base politica ‘rossa’ si basa sul gossip: da Il Capitale a Novella 2000. I giornali di riferimento di quell’area politica, in primis quelli del gruppo editoriale L’Espresso-La Repubblica, oramai da diverso tempo, spendono tristemente le loro migliori penne in articolate analisi gossippare su alcuni esponenti del centrodestra, frutto di intercettazioni, confidenze da bar, bisbigli nelle orecchie, occhiolini o occhiatacce. Non più pompose ma interessanti analisi sulla competitività delle nostre imprese, sul welfare state, sulle dinamiche occupazionali, sui sistemi salariali, sui flussi degli immigrati, sulla sicurezza, sulle nostre scuole, sul federalismo fiscale, sul potere di acquisto delle famiglie, ma articoli al vetriolo sulla vita privata delle singole persone impegnate in politica. Invece di confrontarsi faccia a faccia sul terreno proprio della politica, e cioè sull’incontro-scontro delle idee e delle diverse visioni del mondo, si cerca di avvelenare il tessuto civile del paese spiando in maniera subdola dal buco della serratura. Francamente non è un bel vedere anche perché così vengono meno gli spunti acuti, indipendentemente dalla condivisione o meno degli scritti, di autorevolissimi commentatori politici ed economici. Un vero e proprio peccato perché è proprio il confronto con chi la pensa diversamente l’input che porta a riflettere, approfondire, capire e migliorarsi, allontanando il rischio sempre in agguato dell’autoreferenzialità. Ma può esserci un confronto costruttivo con chi cerca di ‘buttarla in vacca’? Certamente no perché se si decide di scendere a quel livello allora facciamo prima a traslocare il dibattito politico dai canonici luoghi istituzionali alle bettole. Il Paese ha bisogno di idee per ripartire e non di zuffe da bar. Ecco perché il governo e la maggioranza di centrodestra stanno facendo benissimo nell’andare diritti per la strada tracciata dal programma con cui sono state stravinte le elezioni politiche, senza accettare di farsi frenare in inutili discussioni che nulla hanno a che fare con lo sviluppo di questo Paese. Non sarà sempre facile tenere i nervi saldi perché gli avvelenatori di pozzi sono tanti e agguerriti. Basta ricordare gli sguardi e le parole cariche di odio di molti degli oratori della manifestazioni tenutasi nei giorni scorsi a piazza Navona a Roma per capire che per questa gente lo scontro a testa bassa con la controparte politica è una scelta di fondo strutturale e non temporanea. In prospettiva sarà dunque importante continuare con questo stile, non accettando le provocazioni e rispondendo alle chiacchiere da bar con fatti concreti utili per migliorare la vita di cittadini e imprese. Nel lungo periodo questo atteggiamento creerà un solco nell’immaginario collettivo degli italiani dove da una parte verranno collocati i professionisti del pettegolezzo, delle urla, dello straccio delle vesti, degli insulti e dei vaffa, e dall’altra chi cerca di lavorare per il bene di questo paese.

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