venerdì 5 novembre 2010

Da una parte il fango, dall’altra la politica del fare

di Antonio Maglietta – 5 novembre 2010

I media italiani, e non solo, sono pieni di gossip. Quello che in genere era relegato nelle ultime pagine, ora diventa tema di dibattito politico. Non è certo la prima volta che avviene nella storia recente o remota. Alcuni giornalisti spesso dicono che la colpa di tutto questo è dell’agone politico e non la loro perché il loro mestiere è anche quello di raccontare e spiegare. Se la politica si occupa di chi entra o esce dalle stanze da letto, loro non possono fare altro che annotare e riferire al grande pubblico. Ora, in parte, quest’analisi è vera. Da qualche tempo, una parte politica, quella che una volta si poteva definire la sinistra, oramai incapace di fare proposte concrete condivisibili da almeno un numero di persone pari a quelle che in genere partecipano a un’assemblea di condominio, ha deciso di portare la lotta politica sul piano delle questioni private. Non si parla quasi più di proposte sul lavoro, sull’immigrazione, sulla politica estera, sulla sicurezza. A una certa parte della sinistra, oramai, piace parlare solo di quello che avviene nella vita privata delle persone. Questa pruriginosa attenzione è rilanciata e amplificata da alcuni media che, è bene dirlo, cavalcano l’onda per questioni politiche e commerciali. Il gossip è usato come arma di lotta politica contro gli avversari ma anche come uno strumento per stimolare la morbosità delle persone e convincerle a recarsi in edicola o a guardare un programma televisivo. Non c’è alcuna novità a riguardo perché questa tecnica non è certo nuova e non è usata solo nel nostro paese. La differenza è che altrove si parla anche di contenuti politici. Qui da noi assolutamente no.
Quello che più fa ridere, però, perché dimostra la pochezza di questa gente, è l’accusa che alcuni commentatori muovono alle televisioni commerciali, ree a loro supremo giudizio di essere la causa di tutto questo fango. Il teorema sinistro è che se il dibattito politico si occupa di queste cose, e non dei bisogni della gente, è a causa delle emittenti televisive create dal Berlusconi-imprenditore che hanno imbarbarito questa società e calpestato la morale. Il Berlusconi-politico, sempre a loro supremo e incontestabile giudizio, non ha fatto altro che cogliere i frutti del lavoro svolto dal Berlusconi-imprenditore. Questi ridicoli discendenti di Catone il Censore si cullano nell’idea che la fonte del male sia tutta lì. Le televisioni commerciali sono portatrici di un verbo che ha corrotto la società italiana, sono il nuovo ellenismo da combattere e contro cui scagliarsi con forza. Un po’ lo stesso quadro dipinto dal grande Dino Risi nel 1962 nel celebre film ‘Il Sorpasso’, dove, secondo il regista, il materialismo del boom economico aveva sedotto e corrotto la società italiana. L’onestà e l’ingenuità con il tempo avevano ceduto il passo in maniera traumatica all’individualismo, all’arroganza, alla furbizia.
Insomma, alcuni commentatori e certi politici, non sapendo a che santo rivolgersi per liberarsi di Berlusconi, usano il fango per cercare di impantanarlo e, per restare con le mani pulite, affermano che chi ha portato la melma nell’agone politico è stato lo stesso Berlusconi e non certo loro. La ricerca e l’individuazione del capro espiatorio o dell’untore è diventata oggi, per certi versi, una forma di rassicurazione in Italia. Con la scusa dell’influenza negativa della televisione commerciale si coprono fallimenti personali, politici e culturali. E’ molto più semplice incolpare dell’insuccesso qualcun altro invece che se stessi, la propria carriera o la propria visione del mondo. E più questo insuccesso è grande e più è veemente la furia cieca con cui ci si scaglia contro il presunto colpevole di tutti i mali.
Dall’altra parte, la risposta a quest’ondata di fango non può che essere la politica del fare spesso evocata da Berlusconi. Ezra Pound diceva “credo nelle idee che diventano azioni”. La fiducia di tanta gente si conquista così. In quest’ottica è stato fatto un passo positivo da parte del governo quando giovedì si è deciso di voler anticipare i contenuti del decreto per lo sviluppo che, comunque, sarebbe stato varato il 16 novembre, inserendoli all’interno della legge di stabilità. In Parlamento, quindi, si discuterà di mezzi di intervento e finanziamento fondamentali sugli ammortizzatori sociali, proroga dei contratti di produttività, università, interventi per il fabbisogno residenziale nel 2011 e piano per il sud. Una certa sinistra, quindi, avrà ampio materiale su cui confrontarsi con la controparte politica e, se ne ha le capacità, anche di fare proposte alternative che siano credibili e condivisibili. Se, però, sceglieranno di continuare a concentrare i loro sforzi sul piano del gossip, sarà ancora più chiaro che queste persone non hanno niente da dire sul futuro di questo paese. Dall’altro canto, inoltre, i media avranno un bel po’ di atti concreti da analizzare e spiegare al grande pubblico. Qualora invece dovessero cimentarsi ancora in quello che già fanno benissimo alcune riviste specializzare nel settore del pettegolezzo, allora sarà chiaro che avranno scelto la strada dello stimolo della morbosità e della curiosità pruriginosa delle persone per continuare ad attaccare il governo su un piano extrapolitico e cercare di vendere di più.

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