venerdì 23 maggio 2008

Immigrazione: perché la Spagna si interessa ai nostri problemi?



di Antonio Maglietta - 22 maggio 2008

«Essere straniero in Italia sarà molto, molto meno facile che essere italiano». Lo scrive Miguel Mora, il corrispondente dall'Italia del quotidiano spagnolo El Pais, commentando il pacchetto sicurezza: «Il governo - scrive - ha presentato il suo promesso giro di vite, una compagine di misure durissime. Si potrebbe dire che la maggioranza dei provvedimenti, più che per garantire la sicurezza, siano stati disegnati per espellere immediatamente dall' Italia i rumeni e i rom». Duro l'attacco che il giornalista riserva al ministro dell'Interno Roberto Maroni: «Vende il "prodotto" in maniera caotica, senza perdersi in dettagli, mescolando misure giuridiche, politiche, riguardanti le forze dell' ordine. Però quello che si nasconde dietro la presentazione è una normativa sull'immigrazione davvero inedita per la sua durezza» laddove «gli slogan xenofobi che hanno alimentato la campagna elettorale della Lega Nord e del Pdl sono stati scritti nero su bianco. E adesso sono "legge": "Gli italiani vogliono sicurezza", "fuori gli accampamenti rom», "caccia i rumeni, vengono a rubare"». «La normativa - si legge - stabilisce molti doveri e nessun diritto per gli immigrati. Né una parola sugli attacchi razzisti agli accampamenti rom».

L'attacco del quotidiano spagnolo arriva dopo le gaffe di alcuni autorevoli componenti del governo di Zapatero che, in modo del tutto gratuito e senza alcun motivo, avevano attaccato le nuove norme previste dal pacchetto sicurezza dell'esecutivo italiano. Bene hanno fatto a rispondere, in maniera pacata ma decisa, i ministri Maroni e Frattini, tanto che lo stesso ministro degli esteri spagnolo ha chiamato nei giorni scorsi il collega della Farnesina per manifestargli tutto il suo «rammarico» per gli attacchi «individuali» sferrati contro Roma da alcuni membri del suo governo.

Gli attacchi sulla presunta durezza oltre i limiti del consentito, poi, sembrano davvero paradossali perché arrivano da esponenti di un governo non certo tenero con i clandestini. Ricordiamo, infatti, che solo tre anni fa, a Ceuta, la piccola enclave spagnola in Marocco, circa cinquecento clandestini cercarono di passare la frontiera per entrare nel territorio spagnolo, ma quattro morirono e 45 rimasero feriti nella calca che si era creata per superare gli sbarramenti che separano i due Paesi: non certo aiuole o prati di fiori ma vere e proprie fortificazioni con barriere e filo spinato. Il tutto condito da un giallo sui presunti spari delle guardie spagnole sui clandestini. Per non parlare, poi, della prolusione di aprile di Zapatero davanti al Parlamento spagnolo, dove il primo ministro parlò di «promuovere formule nuove che incentivino gli immigrati, che potranno perdere il loro lavoro nei prossimi mesi, a tornare al loro paese per sviluppare definitivamente lì la loro vita» o del passaggio, sempre nel corso della sua esposizione programmatica, in cui affermava perentoriamente lo stretto legame tra immigrazione regolare e lavoro: «En mi idea de España la inmigración regulada y ordenada es una oportunidad. Por eso, desde 2004 definimos como elemento clave en la política migratoria la relación laboral, el trabajo. Es el trabajo lo que posibilita la integración del inmigrante, lo que le permite convertirse en un componente más de una colectividad provista de derechos y de obligaciones».

Secondo alcuni commentatori, gli attacchi al governo italiano rientrano in una strategia dell'esecutivo di centrosinistra spagnolo per coprirsi sul versante sinistro dello schieramento, dopo le scelte neoliberiste in economia e molto dure sul fronte della regolamentazione degli ingressi degli stranieri. E' una ipotesi plausibile ma forse non è la principale. Con tutta probabilità gli spagnoli hanno paura che le rotte dell'immigrazione di massa cambino in direzione delle loro coste. L'Italia non più ventre dell'immigrazione clandestina porterebbe a disegnare nuove direttrici nel Mediterraneo e se queste dovessero interessare la Spagna, il governo di Madrid sarebbe costretto ad essere ancora più duro nei confronti dei clandestini, sia nel respingimento alle frontiere che nel controllo del territorio all'interno.

Antonio Maglietta

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