giovedì 16 settembre 2010

Disoccupazione stabile nonostante la crisi



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

giovedì 16 settembre 2010

La disoccupazione è sostanzialmente stabile in Italia, anche se cresce il tempo di permanenza delle persone fuori dal mercato del lavoro. Dalle consuete stime d'autunno di Confindustria sull'economia italiana emerge, infatti, che il tasso di disoccupazione nel 2010 dovrebbe restare stabile all'8,6% (in media d'anno), mentre arriverebbe al 9,1% (in media d'anno) nel 2011 (a giugno il Centro studi di Confindustria stimava un livello pari al 9,2% per il prossimo anno). L'occupazione totale dovrebbe invece registrare quest'anno una flessione dell'1,8%, mentre nel 2011 dovrebbe segnare una crescita dello 0,4% (a giugno si stimava un calo dell'1,3% nel 2010 e un rialzo dello 0,5% nel 2011). Secondo Confindustria sarà difficile la creazione di nuovi posti, perché esiste un bacino di forza lavoro inutilizzata. Il monte ore complessivamente lavorato nel nostro paese è, infatti, diminuito del 4,9% dal primo trimestre 2008 al quarto 2009, contro una diminuzione dell'occupazione del 2,8%. Le imprese, però, invece di ricorrere al taglio degli organici, hanno diminuito le ore lavorate, decurtato gli straordinari, smaltito le ferie arretrate, utilizzato il part-time o altre forme di riduzione temporanea dell'orario di lavoro. E' stato massiccio l'utilizzo della cassa integrazione. Le persone in Cig restano quindi formalmente occupate anche se non nel ciclo produttivo. Secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, inoltre, il ricorso alla Cig rimarrà alto per il resto del 2010, mentre comincerà a scendere progressivamente nel 2011.
I dati del Centro studi di Confindustria confermano una sostanziale stabilità del tasso di disoccupazione, una tendenza già registrata dagli ultimi dati Istat. Nei primi sei mesi del 2010, inoltre, secondo l'Inps, sono state autorizzate 636,1 milioni di ore di Cig, ma ne sono state utilizzate 317,4 milioni. Il tiraggio della cassa integrazione, quindi, è sceso sotto al 50%. Si tratta di un record per l'anno in corso e per i confronti con lo scorso anno, quando il tiraggio si fermò al 65,2%: due ore di Cig utilizzate ogni tre autorizzate. Ancora inferiore il tiraggio della cassa integrazione ordinaria (Cigo) che si ferma al 49,1% (era del 60,5% nel primo semestre del 2009), mentre quello complessivo di cassa integrazione straordinaria e in deroga arriva al 50,3% (era il 73,1% nello stesso periodo dello scorso anno).
Non bisogna certo fare i salti di gioia per questa situazione, ma, nell'ambito di una visione d'insieme della questione, considerato che stiamo vivendo una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni e che la situazione degli altri Paesi va anche peggio (alla luce delle ultime rilevazioni dell'Ocse), salvo qualche rarissima eccezione, l'Italia può essere certamente annoverata tra gli Stati che hanno risposto meglio alle sollecitazioni negative dettate dalle turbolenze dell'economia mondiale. Se poi vogliamo cercare di proiettare il dato occupazionale nel prossimo anno, sarebbe bene farlo con una certa cautela, perché se consideriamo i dati positivi del tiraggio della cassa integrazione e l'andamento del tasso di disoccupazione nel breve periodo è possibile affermare che non è detto che la situazione peggiori rispetto allo stato attuale.
Nel frattempo, va dato atto che il nostro sistema di protezione sociale, attraverso la cassa integrazione e i contratti solidarietà, ha mantenuto vivo un tessuto occupazionale che, comunque, dovrà essere stimolato con il rilancio del contratto d'apprendistato e la formazione per i lavoratori adulti, perché la disoccupazione si combatte da un lato con le prestazioni a sostegno del reddito e dall'altro con l'investimento sulle competenze professionali.

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