mercoledì 12 marzo 2008

Gli italiani chiedono sicurezza, ma il Pd non può rispondere



di Antonio Maglietta - 11 marzo 2008

La sicurezza personale va considerata una priorità del nuovo governo - addirittura al primo o al secondo posto - per otto persone su dieci: il dato emerge da una ricerca di Confcommercio con riferimento ai programmi degli schieramenti politici per le prossime elezioni. L'83,6% degli italiani, secondo la ricerca, si sente esposto a tutti i tipi di reati «comuni» (rapina, furto, scippo e borseggio); la stragrande maggioranza, tra il 70 e l'80%, ritiene che l'aumento del fenomeno della criminalità sia legato all'aumento dell'immigrazione. Ma, allo stesso tempo, il 54% ritiene che il modo migliore per contrastare l'immigrazione clandestina sia quello di agevolare la regolarizzazione (anche se a questo dato fa in qualche modo da contrappeso quel 38,6% che ritiene l'intensificazione delle espulsioni la migliore «medicina» per curare l'immigrazione clandestina).

Se si vuole sottolineare un dato politico, il programma del Partito Democratico (pagina 22), che ripropone il progetto del governo Prodi (pagine 5, 7 e 15) sull'introduzione della figura dello sponsor (garanti pubblici o privati per gli immigrati che vengono in Italia per motivi di lavoro senza avere un contratto pregresso) e dell'autosponsorizzazione (immigrati che vengono in Italia per gli stessi motivi senza avere un contratto ma in possesso di adeguate risorse finanziarie), non soddisfa né il bisogno di migliorare il canale della regolarizzazione sicura e né quello della lotta al riciclaggio del denaro sporco che ruota intorno al fenomeno dell'immigrazione. Infatti, i due istituti non danno alcuna garanzia in merito perché i garanti privati potrebbero essere facilmente infiltrati da prestanome e servire da vere e proprie lavanderie del denaro frutto dell'economia criminale.

Quali gli strumenti per combattere la criminalità? Secondo la ricerca, circa il 26% degli intervistati mette al primo posto l'aumento delle forze dell'ordine, al quale si aggiunge un 6% che individua nel poliziotto di quartiere uno strumento ulteriormente utile (questo dato va comunque interpretato alla luce del fatto che l'80% del campione intervistato risiede in centri con meno di 200 mila abitanti). Da considerare, poi, che quasi un italiano su due (43,5%) pensa che la ricetta giusta sia mettere al primo posto la certezza della pena. Pena che sempre uno su due (51,1%) considera adeguata per furto, borseggio e scippo (ora fino a tre anni). Per tutti gli altri reati la maggioranza chiede un aumento, a volte anche rilevante, degli anni di carcere. Sul fronte delle reazioni e delle pene da comminare, si assiste peraltro ad una certa moderazione: due italiani su tre (63,2%) non ritengono utile armarsi (anche se un significativo 29,5% ritiene necessario farlo); e la pena di morte è vista con favore da appena il 9,4%.

Un ultimo dato sulla violenza sessuale: mentre il 61% è favorevole all'inasprimento della pena e quasi il 18% addirittura all'ergastolo, circa il 14% chiede la castrazione chimica per gli stupratori. Aumenti che schizzano alle stelle quando la violenza sessuale è perpetrata sui minori: a chiedere il semplice inasprimento della pena è il 35,5%, mentre la castrazione chimica la invoca il 25,7%, l'ergastolo ben il 26,6% e quasi il 10% addirittura la pena di morte. Sulla castrazione chimica per gli stupratori va rilevato che Veltroni, che si è espresso ultimamente a favore della stessa, dovrebbe pagare i diritti d'autore al leghista Calderoli, che l'ha proposta con quasi tre anni di anticipo rispetto all'ex sindaco di Roma. Nel frattempo aspettiamo che Piero Fassino e Antonio Di Pietro prendano posizione anche questa volta e che alla proposta di Veltroni rispondano come fecero qualche anno con Calderoli. Fassino: «Castrazione? Sciocchezze». Antonio Di Pietro: «Un'Italia da Medioevo». Lo faranno?

Mettendo a confronto, infine, le risposte dei commercianti e quelle dei privati si registrano alcune differenze: l'immigrazione, clandestina e non, è vista come la principale causa della microcriminalità per il 79% dei commercianti contro il 75% dei privati; nel contrasto all'immigrazione, oltre la metà dei cittadini privati (53,6%) si schiera per un'agevolazione della regolarizzazione, mentre i commercianti mettono quasi sullo stesso piano agevolazione (44%) ed espulsione (46,6%); tra i reati più temuti, l'aggressione fisica è al primo posto per entrambi i campioni, ma nel caso dei commercianti si riscontra un timore altrettanto elevato anche per la rapina (22,1%); l'autodifesa armata, infine, non è ritenuta necessaria da oltre il 60% degli intervistati di entrambi i campioni, anche se il 35,5% dei commercianti, a differenza del 29,5% dei privati, ritiene utile detenere un'arma.

Insomma, una cosa è chiara: la questione sicurezza è un problema ineludibile e molto sentito dagli italiani e certamente il Partito Democratico non è in grado di dare una risposta sul tema, sia per il recente passato (legato alla famosa vicenda del decreto sicurezza prima strombazzato dopo la morte della signora Reggiani a Roma e poi lasciato decadere per beghe di cortile all'interno della coalizione di centrosinistra) che per il presente (riproposizione della figura dello sponsor e dell'autosponsorizzazione in tema di immigrazione).

Antonio Maglietta

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