martedì 1 febbraio 2011

Qualunquismo e benaltrismo. Così la sinistra risponde a Berlusconi



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
martedì 01 febbraio 2011

In Italia, da qualche tempo, ci si esercita spesso e volentieri in atteggiamenti che non portano da nessuna parte: il qualunquismo e il benaltrismo. Si dice no a una proposta, ma non si avanza mai un'alternativa credibile. S'invocano i salari tedeschi, ma non i tempi e i modi di lavoro in uso in Germania. Si parla di modello inglese a proposito dell'incidenza dei contratti a tempo indeterminato nel mercato del lavoro, ma poi non si accettano le regole sul licenziamento tipiche di quel sistema. Si chiedono gli investimenti per la ricerca come in Usa, ma ci si dimentica che la maggior parte dei finanziamenti lì arriva dal settore privato.

Il qualunquismo e il benaltrismo, se fatti propri dagli uomini politici, servono solo per mascherare la mancanza di progetti e per pontificare sul nulla. Nel vuoto di idee e in assenza di proposte realistiche in grado di attrarre consenso, in Italia la lotta politica viene portata avanti cercando di screditare l'avversario. Sappiamo tutti le cose che vengono contestate a Berlusconi. E sarebbe utile ricordare che a De Gasperi, colui che non fece morire di fame gli italiani dopo la guerra, diedero del servo a libro paga degli Stati Uniti e del baciapile clericale. A Fanfani dello speculatore edilizio e distruttore delle bellezze naturali del Paese. Ad Andreotti del mafioso e a Craxi del ladro. Ogni grande leader politico che è divenuto presidente del Consiglio è stato fatto oggetto di diffamazioni gravissime da parte della sinistra. I cui rappresentanti, così impegnati a gettare fango sugli avversari politici, non hanno mai spiegato il perché gli italiani preferissero questi leader politici e non altri. Chi erano gli altri? Gente che fino agli anni '80 era sostenuta da un Paese nemico, in piena guerra fredda, e che proponeva la via comunista come alternativa al modello di sviluppo occidentale. Bisognerebbe chiedere a chi ha vissuto davvero sotto il comunismo i benefici ricevuti. Dopo il crollo del Muro di Berlino, poi, la presunta alternativa politica non ha proposto più nulla. Tant'è vero che le funzioni spettanti alle opposizioni parlamentari sono state assunte da soggetti estranei al mondo politico, come i sindacati e qualche magistrato.

Ora Berlusconi, con grande saggezza, ha proposto un patto per lo sviluppo. Qual è stata la risposta da parte delle opposizioni? Se ne vada. E questa sarebbe l'alternativa? Persone che vogliono sovvertire il responso delle elezioni democratiche con giochi di palazzo o sperando nell'aiuto della magistratura? E quale sarebbe la loro proposta di sviluppo, ovviamente al netto del «più tasse per tutti», che è stata l'unica cosa che i signori della sinistra hanno messo in atto quando sono stati al governo? Qui non è in gioco solo il futuro di Berlusconi, ma quello di chi, per vari motivi, non si riconosce nella sinistra. L'attacco concentrico che sta subendo il presidente del Consiglio è qualcosa di molto pericoloso, perché mette in gioco l'essenza stessa della democrazia che - è sempre bene ricordarlo - significa governo del popolo. Chi oggi vorrebbe togliere di mezzo Berlusconi senza passare dalle elezioni sta cercando di fregare il popolo, non solo quello che l'ha votato, ma tutti gli italiani, per cercare di instaurare una sorta di aristocrazia moderna, un governo dei migliori - si fa per dire - dove le esigenze del popolo, di noi tutti, sarebbero l'ultima cosa a cui pensare.

Già ora qualche brillante mente di sinistra ha iniziato a mettere le mani avanti e a dire che non tutto finirà con Berlusconi e che il berlusconismo continuerà. Insomma, se la morsa tra giochi di palazzo da un lato e circuito mediatico-giudiziario dall'altro arrivasse a raggiungere i risultati sperati, si stanno già mettendo le basi per sferrare gli stessi attacchi rivolti a Berlusconi contro chiunque dovesse essere il futuro candidato premier del centrodestra negli anni a venire, e contro le persone che dovessero sostenerlo. Opporsi democraticamente all'attacco violento sferrato contro Berlusconi e la parte politica che lo sostiene è una battaglia di libertà che dovrebbe unire tutti quelli che non si ritrovano su posizioni di sinistra e che chiedono solo una cosa: che la volontà del popolo sia rispettata.

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