venerdì 4 febbraio 2011

Diminuisce la cassa integrazione, cresce la speranza nella ripresa


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
giovedì 03 febbraio 2011

Secondo gli ultimi dati dell'Inps, a gennaio sono stati chiesti ed autorizzati 60,3 milioni di ore di cassa integrazione. L'istituto ha segnalato che questo dato «segna un calo significativo, sia a livello congiunturale (-30,3% rispetto a dicembre 2010, quando sono stati chiesti 86,5 milioni di ore di cig), sia a livello tendenziale (-25,5% rispetto a gennaio 2010, quando vennero autorizzati 80,9 milioni di ore)». Secondo l'Inps questi numeri «confermano clamorosamente una tendenza alla diminuzione della richiesta di cig in atto dal mese di giugno 2010. Si tratta di una flessione generalizzata per tutti e tre gli istituti: -14,6% di richieste di cassa integrazione ordinaria (cigo) rispetto a dicembre; -44,9% per la cassa integrazione straordinaria (cigs); -16,8% per la cassa integrazione in deroga (cigd)».

Per i settori produttivi il calo più significativo riguarda industria e artigianato (-31,6% rispetto a dicembre 2010) e il commercio (-36%). L'industria segnala anche il crollo delle richieste di cigs (-44,2%) e cigd (-10%). A livello territoriale la diminuzione di richieste di cig è quasi equamente distribuita, con la punta per le regioni del Centro, che hanno registrato una flessione nelle richieste dell'ordine del 45,6%.

Tutti questi numeri ci forniscono la possibilità di fare qualche considerazione sullo stato di salute del nostro tessuto produttivo e sul protrarsi degli effetti della crisi economica mondiale. Sono almeno un paio d'anni che l'andamento delle richieste di cassa integrazione servono per monitorare gli effetti della crisi. La cassa integrazione ordinaria segnala le difficoltà legate a eventi o situazioni temporanee di mercato, quella straordinaria, tra le altre cose, le crisi industriali, mentre quella in deroga la tenuta di chi ha un contratto atipico. Quando le richieste di cig aumentavano, era giusto sottolineare che il sistema di protezione sociale aveva mantenuto vivo il nostro tessuto produttivo ma anche che la crisi mordeva e provocava grosse difficoltà al sistema delle imprese, costrette a ricorrere a questo strumento. Almeno fino a tre mesi fa, la progressiva diminuzione della cig ordinaria e di quella straordinaria e, di contro, l'aumento di quella in deroga introdotta dal governo Berlusconi, delineava una situazione che confermava che nei periodi di crisi ad essere colpite con più durezza sono sempre le persone più deboli, e in questo caso si trattava di quelle con un contratto atipico (nello specifico tutti i lavoratori subordinati, compresi apprendisti, lavoratori con contratto di somministrazione e lavoranti a domicilio, dipendenti da aziende che operino in determinati settori produttivi o specifiche aree regionali, individuate in accordi governativi). Ora la decisa diminuzione di tutti e tre i tipi di cassa integrazione fotografa realisticamente una chiara inversione di tendenza non episodica, perché sono diversi mesi che si registrano indicazioni positive sul tema; continua, dato che da qualche tempo ogni mese e senza interruzioni ci sono diminuzioni nelle richieste; infine rilevante sul piano dei numeri, sia a livello congiunturale che tendenziale.

I numeri ci dicono che la crisi non è ancora passata e che la sua scia continua a produrre effetti negativi. Per questo motivo è giusto non abbassare la guardia. Tuttavia questi stessi dati ci permettono di guardare al futuro con maggiore speranza e serenità alla luce dell'aumento delle ore lavorate e dei segnali di ripresa che s'intravedono, seppur ancora troppo timidi e selettivi.

FONTE

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