venerdì 22 ottobre 2010

L’Europa promuove l’azione italiana contro l’immigrazione clandestina



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
venerdì 22 ottobre 2010

In Italia non esiste alcuna emergenza immigrazione per quanto riguarda gli arrivi di clandestini, ormai scesi al 4% dell'intera pressione migratoria sui confini esterni dell'Ue. Una diminuzione che, d'altronde, segue il trend europeo che fa registrare un -24% di arrivi. Ad affermarlo è stato il vicedirettore dell'agenzia Frontex, Gil Arias Fernandez. L'alto dirigente dell'agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne ha avuto stamane un incontro con i giornalisti mentre, in contemporanea, si svolgeva un incontro tra il direttore di Frontex e una delegazione di parlamentari italiani del Comitato Schengen.
Per quanto riguarda in particolare l'Italia, Fernandez ha affermato che, rispetto all'intera percentuale dei paesi Ue, la pressione migratoria sulle nostre coste è passata dal 12% del 2009 al 4%. In Europa, se il primo semestre 2009 aveva fatto registrare 53.600 ingressi illegali, nello stesso periodo di quest'anno gli arrivi sono scesi a 40.900. Gli arresti di scafisti o persone coinvolte nel traffico e nel passaggio di immigrati clandestini sono passati dai 4.600 del 2009 ai 4.700 di quest'anno.
In diminuzione anche i cosiddetti «overstayers» (-22%), stranieri entrati regolarmente e rimasti sul territorio oltre la scadenza prevista dal visto, ed i richiedenti asilo calati nel corso dell'ultimo anno del 17%. In questo momento, ha poi detto il responsabile di Frontex - la vera zona critica per l'ingresso in Europa è costituita dalla Grecia e dalle frontiere di questo paese con Turchia e Albania. «Più' del 91% di tutti gli ingressi illegali in Europa - ha infatti detto Fernandez - transitano dal confine greco-turco e greco-albanese mentre altre rotte attive sono quelle dei Balcani occidentali, del Mediterraneo occidentale mentre la rotta dell'Africa occidentale, verso le Canarie, è praticamente chiusa».
Per quanto riguarda l'Italia nei primi 8 mesi del 2010 si è registrata una «drastica diminuzione» degli ingressi dei passaggi illegali, scesi dai 7.863 del primo semestre 2009 a 2.233 dello stesso periodo del 2010, pari a un -72% del totale. Praticamente bloccati gli ingressi nelle aree insulari mentre si denota la creazione di nuove rotte con sbarchi aumentati in Puglia e Calabria. Nelle due regioni meridionali se nel 2009, infatti, vi erano state 242 intercettazioni, nel 2010 si e' passati a 1.307 con un più 440%.
Insomma, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne del vecchio continente ha promosso la politica italiana in tema di contrasto all'immigrazione clandestina. I risultati ottenuti hanno permesso non solo al nostro paese di diminuire i numeri dei clandestini in arrivo sul nostro territorio ma ha anche evitato che l'Italia continuasse a essere una sicura zona di transito illegale per arrivare, poi, ad altre destinazioni nel Nord e nel Centro-Europa. Questi risultati non arrivano a caso, ma sono il frutto di una seria azione intrapresa già da qualche tempo dal nostro Governo, che ha puntato con decisione, soprattutto grazie all'accordo con la Libia, sulla prevenzione del fenomeno. L'azione dell'Italia nella lotta all'immigrazione clandestina funziona e la riprova è nei numeri e non nelle chiacchiere. C'è ancora tanto da fare, soprattutto sul tema del miglioramento dello strumento della cooperazione allo sviluppo per scoraggiare le partenze per motivi economici, ma è giusto accogliere positivamente questo risultato e questo pubblico riconoscimento.

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