venerdì 11 giugno 2010

Donne e pensioni



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

venerdì 11 giugno 2010

L'ultimo Consiglio dei Ministri ha discusso ed approvato un emendamento da presentare in sede di conversione del decreto- legge che reca la manovra finanziaria «anti-crisi» (n.78 del 2010- Atto Senato 2228), che recepisce il monito all'Italia, espresso in sede europea, ad equiparare l'età pensionabile per uomini e donne, e dispone che ciò avvenga dal 1° gennaio 2012.
La disposizione riguarderà una platea di circa 25mila donne e i risparmi derivanti da questa misura (1,45 miliardi di euro in dieci anni, da oggi al 2019) confluiranno nel Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e finanzieranno interventi dedicati a politiche sociali e familiari.
La Commissione europea ha accolto con favore la decisione del governo italiano. Come ha spiegato il portavoce del Commissario alla giustizia, la disposizione «risolve due problemi, si adegua alla richiesta della Corte di giustizia Ue e contribuisce a risolvere le difficoltà fiscali dell'Italia». «Siamo consci dei problemi di bilancio che toccano tutti gli stati membri, accogliamo quindi con favore gli sforzi del governo italiano per consolidare i suoi conti pubblici», ha sottolineato il portavoce del commissario i cui uffici hanno inviato all'Italia la lettera di richiamo in cui si chiedeva l'adeguamento dell'età pensionabile uomo-donna entro il primo gennaio 2012.
In caso di mancato adempimento, la multa per l'Italia poteva oscillare, in funzione della gravità e della durata dell'infrazione, tra un minimo di 11.904 euro e un massimo di 714.240 euro per ogni giorno successivo a quanto fissato dalla sentenza di condanna. Insomma, con questa iniziativa, peraltro sostenibile senza tanti patemi dal punto di vista sociale, si risparmia qualche soldo, che in tempo di vacche magre non fa mai male, e si elimina una disparità tra uomini e donne. Tuttavia c'è un'altra diversità di trattamento in campo pensionistico su cui intervenire al più presto.
Le donne percepiscono una pensione, in media inferiore di 5.231 euro a quella degli uomini: 11.906 euro contro 17.137. Lo ha rilevato l'Istat nell'analisi dei trattamenti pensionistici e dei beneficiari al 31 dicembre 2008. Sebbene la quota di donne sia pari al 53%, spiega l'istituto, gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici, a causa del maggiore importo medio dei trattamenti percepiti. In particolare, se si analizza l'importo degli assegni è possibile notare che il 58,7% (27,1% sotto i 500 euro e 31,6% tra i 500 e 999,99 euro) delle donne percepisce assegni mensili inferiori ai 1.000 euro contro il 38,4% degli uomini (15% sotto i 500 euro e 23,4% tra i 500 e i 999,99 euro), mentre se si guarda alle fasce più alte di importo, solo il 7,7% degli assegni femminili è superiore ai 2mila euro contro il 20,4% tra gli uomini.

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