mercoledì 23 settembre 2009

Il ruolo centrale degli ammortizzatori sociali



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

lunedì 21 settembre 2009

La situazione occupazionale potrebbe peggiorare nei prossimi mesi negli Stati Uniti: l'avvertimento è stato lanciato dal presidente Usa Barack Obama in un'intervista alla Cnn. «Che le cose siano chiare: la situazione dell'occupazione non migliorerà e potrebbe anzi peggiorare nei prossimi due o tre mesi». Negli Usa il tasso di disoccupazione è ai livelli peggiori dalla grande depressione degli anni Trenta ed è salito in agosto al 9,7%. Obama aveva già parlato della preoccupante possibilità che il tasso di disoccupazione possa superare nei prossimi mesi il 10% prima di cominciare a scendere.

Anche in Europa la situazione non è certo delle migliori. Tuttavia il nostro paese, sul versante della tenuta dei posti di lavoro, sembra aver reagito meglio rispetto agli altri partner continentali. Secondo gli ultimi dati disponibili (bollettino della Commissione Europea sulla situazione dell'occupazione) il tasso di disoccupazione in Italia (7,4%) è inferiore a quello registrato a luglio in Spagna (18,5%), Francia (9,8%), Regno Unito (7,7%), Germania (7,7%), Polonia (8,2%) e, rispetto ai primi tre mesi dell'anno, la situazione occupazionale risulta sostanzialmente stabile nel nostro paese e in negativo in quasi tutti gli altri.

L'attenzione dei governi in questo momento è concentrata sulla salvaguardia dei posti di lavoro e sul miglioramento dei sistemi di protezione sociale. In questo contesto assumono quindi un ruolo centrale gli ammortizzatori sociali, ossia quel sistema di tutela del reddito dei lavoratori che sono in procinto di perdere o, purtroppo, hanno già perso il proprio posto di lavoro. Ed ancora più importanti sono quelle misure a sostegno di coloro che non sono coperti da alcuna forma di protezione sociale da parte dello Stato. Il governo italiano, a riguardo, per proteggere anche i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione ha stanziato specifici fondi destinati ad una platea di oltre 5 milioni di potenziali beneficiari facenti parte della variegata galassia dei dipendenti delle piccole imprese, degli studi professionali, dei lavoratori interinali, degli apprendisti.

I fondi anti-crisi messi a disposizione dal nostro governo sono stati pari a 55,8 miliardi di euro e sono stati destinati a quelle misure previste dal «Patto globale sul lavoro», siglato il 19 giugno scorso dai 183 paesi che aderiscono all'Agenzia internazionale per il lavoro: 17,8 miliardi per le infrastrutture (ai 16,6 previsti sono stati aggiunti 1,2 miliardi di cui 1 miliardo per l'edilizia scolastica e 200 milioni per l'edilizia carceraria), 7 miliardi di misure di protezione dei più deboli, 2 miliardi per misure a sostegno dei consumi, 9 miliardi nel fondo strategico per le imprese, 16 miliardi per gli ammortizzatori sociali nel 2009 con ulteriori 4 nel 2010. Il decreto anti-crisi del 26 giugno scorso, inoltre, ha rafforzato ulteriormente il nostro sistema di protezione sociale attraverso alcune misure come il rientro anticipato dei lavoratori cassintegrati, il bonus erogato a chi decide di mettersi in proprio, il rafforzamento dei contratti di solidarietà, l'assunzione agevolata dei percettori di forme di sostegno al reddito, la possibilità per i lavoratori cassintegrati di lavori brevi pagati attraverso i voucher.

La formula del governo «non lasceremo indietro nessuno» sembra essere quella giusta per rispondere al meglio agli effetti della crisi e lo è ancor di più il fatto che a sostegno delle parole sono arrivati soldi veri, come ha ammesso ai primi di settembre anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Ora però bisogna continuare su questa strada sin dalla prossima Finanziaria, magari con ulteriori interventi per i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga e misure a sostegno dei consumi e degli investimenti.

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