venerdì 25 aprile 2008

Gli amici «disobbedienti» di Rutelli



di Antonio Maglietta - 24 aprile 2008

Il ballottaggio tra Gianni Alemanno e Francesco Rutelli per la guida del Campidoglio ha trasformato le strade di Roma, dal centro alla periferia, nel crocevia della politica nazionale. Per il centrosinistra il risultato della Capitale è diventato uno snodo fondamentale; una sconfitta o una vittoria inciderebbero in maniera decisiva sulle future carriere di buona parte della classe dirigente del Partito Democratico, in una sorta di sliding doors politico dai risultati imprevedibili. Tutti i big del partito di Prodi e Veltroni sono in questi giorni a Roma, in giro per le vie della città, per appoggiare la candidatura di Rutelli. Visto, però, che si tratta in gran parte di ministri o sottosegretari del governo uscente, quello che entrerà negli annali come l'esecutivo con il più basso indice di gradimento della storia repubblicana, ancora non è chiaro se si tratta di presenze per sostenere o per avversare la candidatura del già due volte sindaco della Capitale. Infatti, non dovrebbe fare proprio un bell'effetto sentirsi fare il predicozzo sui «faremo» da chi, nella realtà, ha fatto poco e male negli ultimi due anni alla giuda del paese.

Soprattutto in tema di sicurezza e immigrazione. Su quest'ultima materia sia il Pd che la Sinistra Arcobaleno vorrebbero l'introduzione, nel nostro ordinamento, degli istituti della sponsorizzazione e dell'auto-sponsorizzazione per far venire liberamente nel nostro paese gli immigrati senza un pregresso contratto di lavoro. Senza contare, poi, la volontà pervicace con cui hanno cercato in tutti i modi di affossare la legge Bossi-Fini nel corso di tutta l'ultima legislatura attraverso la chiusura dei Cpt (introdotti dalla legge Turco-Napolitano) e la dilatazione dei flussi di ingresso. Ma è sulla sicurezza che il centrosinistra ha dato e continua a dare il peggio di sé. I due anni di governo, infatti, si sono caratterizzati per gli annunci che poi, nella realtà, si sono tradotti in un nulla di fatto. L'esempio lampante è stato il famoso decreto-sicurezza, adottato sull'onda emotiva della morte della signora Reggiani a Roma, fatto decadere dallo stesso governo per errori grossolani presenti nel testo (un riferimento sbagliato ad un trattato internazionale) e per convenienza politica dettata da beghe di cortile e liti di Palazzo (la sinistra antagonista era nettamente contraria al varo). Forse anche memore di questa figuraccia, Veltroni, da neo-segretario del Partito Democratico, aveva detto «no» all'alleanza con la Sinistra Arcobaleno.

Nella Capitale, invece, Rutelli, per la corsa a sindaco, è riuscito a rimettere insieme tutto l'arco dei partiti che sosteneva in parlamento il governo Prodi, riportando all'ombra del Cupolone tutte le laceranti contraddizioni politiche interne mai risolte, ma solamente sopite dalla voglia di mantenere a tutti i costi il controllo del Campidoglio. Tra le note stonate più evidenti ed imbarazzanti per l'ex sindaco di Roma, un nome di battaglia su tutti: Tarzan, al secolo Andrea Alzetta, leader di Action, associazione che opera nel campo delle politiche abitative in maniera spicciola, cioè occupando le case, sia quelle sfitte di alcuni complessi residenziali privati che quelle di edilizia pubblica, senza tener conto di alcuna graduatoria, della proprietà privata e, in generale, delle leggi. Alzetta, grazie al suo attivismo, in questa tornata elettorale, è stato il primo consigliere comunale eletto nelle liste della Sinistra Arcobaleno nella Capitale con più di 2.000 preferenze. Un risultato di tutto rispetto che dimostra anche il seguito non indifferente che c'è a Roma dietro Action.

In uno scontro elettorale che si giocherà su una manciata di voti, Rutelli ha bisogno in maniera vitale di avere anche il supporto di un gruppo che non fa mistero di agire nell'illegalità, tanto che, per fugare ogni dubbio, sui manifesti elettorali affissi per tutta Roma Alzetta ha fatto scrivere a caratteri cubitali: «Occupare case è reato? ...Ma Tarzan lo fa!». Ma se l'apporto di Action è fondamentale per mantenere vive le speranze di Rutelli nella corsa per il Campidoglio, è ovvio che la stessa associazione, se il centrosinistra guiderà Roma, avrà un ruolo di primo piano nella gestione politico-amministrativa della Capitale. Viene da chiedersi: ma una volta le istituzioni non combattevano l'illegalità? Qui sembra che il centrosinistra voglia portare nelle istituzioni chi agisce nell'illegalità. Francamente, con tutti i problemi di sicurezza che affliggono la Capitale, non ci sembra che questa possa essere la scelta migliore. A questo punto, dopo 15 anni di governo della sinistra, Roma ha bisogno di cambiare in meglio su tanti fronti, e a maggior ragione su quello della sicurezza.

Gianni Alemanno, candidato del Pdl nella corsa al Campidoglio, forte anche del «Patto con Roma», firmato nei giorni scorsi anche da Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Alfredo Antoniozzi (candidato del Popolo della Libertà alla guida della Provincia di Roma), è l'uomo giusto per avere quella svolta positiva nella gestione politico-amministrativa della Capitale che i romani attendono oramai da troppo tempo.

Antonio Maglietta

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