venerdì 25 gennaio 2008

Non c'è crescita senza l'aumento dei consumi


di Antonio Maglietta - 24 gennaio 2008

Consumi al palo, crescita lenta, redditi ai minimi: la fotografia scattata dal «Rapporto sui consumi» dell'Ufficio studi di Confcommercio è un segnale di allarme a 360 gradi. Solo sull'inflazione l'associazione di categoria lancia segnali distensivi, respingendo la tentazione diffusa a «criminalizzare» il settore: «È al di sotto della media europea, alimentata da tensioni specifiche sulle materie prime agricole e petrolifere - sottolinea il presidente Carlo Sangalli - anche perché la rete distributiva commerciale ha contribuito al contenimento dei prezzi». Secondo le stime dell'Ufficio studi di Confcommercio, nel 2008 l'inflazione resterà stabilmente sopra il 2,5 per cento (contro previsioni iniziali al 2,3), contro stime continentali di Eurostat stabilmente oltre il 3. Il problema è la crescita «più che lenta, lentissima», dice Sangalli. Intanto la spesa sul territorio economico, termine tecnico che raggruppa i consumi in Italia, è data in crescita dell'1,2 per cento nel 2008 contro l'1,5 dell'anno scorso. Il calo dei consumi è molto differenziato sul territorio: 1,1 per cento nel Mezzogiorno e nelle isole, 1,4 nel Nord-est e al Centro, 1,5 nel Nord-ovest.

I redditi degli italiani, poi, sono fermi ai livelli del 1992: sono rimasti stagnanti o decrescenti per 20 anni, con una crescita minima tra il 1980 e il 2007 dell'1%. In realtà, però, ha spiegato il responsabile del Centro Studi di Confcommercio, «la crescita è avvenuta nel periodo tra il 1980 e il 1992 e si è bloccata», per cui oggi i redditi sono allo stesso livello del '92. Un ultimo dato è quello relativo al quoziente qualitativo di benessere (Qbb), vale a dire quanto si spende nel "tempo liberato" per ogni euro speso in "consumi di base". Il Qbb italiano vale poco meno di 55 centesimi ed è decisamente poco: in Gran Bretagna è 90 centesimi, in Irlanda 85, in Spagna 75, in Francia 60, in Germania 65. Il paese più vicino a noi e' la Grecia, a 50 centesimi. Lecito chiedersi che cosa abbia sostenuto i consumi, dal 2000 in poi, visto che sicuramente non sono stati i redditi. «La ricchezza esistente - spiega Bella - è in gran parte una ricchezza immobiliare". Facile immaginare che fine farebbe tutto questo in uno scenario di frenata dei valori degli immobili (che sono il primo asset delle famiglie del Sud) o addirittura di esplosione della bolla speculativa. La ricetta per uscirne, secondo Sangalli, è la solita medicina che tutti prescrivono ma alla fine mai si adotta: «Bisogna fare tre cose - spiega il numero uno di Confcommercio - e sono tre cose urgenti: ridurre la spesa pubblica, alleggerire la pressione fiscale e adottare misure di contrasto all'evasione». Intanto «il momento in cui si interverrà sulle tasse - spiega Mariano Bella - viene continuamente spostato in avanti e, stando a Bankitalia, il carico fiscale complessivo sui redditi resterà intorno al 43 per cento fino a tutto il 2010». «La verità - continua il responsabile dell'Ufficio studi di Confcommercio - è che dopo 20 anni di tentativi di ripresa, mai diventata crescita, e di calo del reddito disponibile, siamo ai minimi storici».

Il leitmotiv, suonato all'indirizzo di un governo che forse al momento sta ascoltando tutt'altro, parte dal dato di fatto, sottolineato da Sangalli, che «i consumi sono il 70 per cento del Pil» e che non è possibile una crescita reale senza crescita dei consumi. Il quadro fatto dall'Ufficio studi di Confcommercio è a tinte fosche e, purtroppo, non è l'unico. Nel frattempo registriamo che, invece, a differenza di quello che succede in Italia, la spesa per consumi in Francia a dicembre è salita del 2% rispetto al mese precedente, superando le stime degli analisti, che erano per un aumento dello 0,8%. Anche su base annua la crescita di dicembre pari al +3,9%, ha superato le stime. Il dato è stato reso noto dall'Istituto nazionale di statistica transalpino che ha rivisto al rialzo la valutazione di novembre a +0,1% su mese e +2,6% su anno (-0,1% e +2,4% la prima lettura).

Antonio Maglietta

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