lunedì 17 settembre 2007

Sulla sicurezza solo parole


di Antonio Maglietta - 15 settembre 2007


Nei giorni scorsi il vice-premier Francesco Rutelli ha rilanciato l'ipotesi dell'istituzione di una banca dati del Dna, ricordando che esiste già in quasi tutti i principali Paesi europei e che questo «ha consentito agli investigatori di identificare con molto più facilità e rapidità i colpevoli dei crimini». Il leader della Margherita ha citato in particolare il caso inglese, sottolineando come da quando in Gran Bretagna è stata creata la banca del Dna l'identificazione dei criminali è «praticamente raddoppiata, passando dal 30 al 58%». A Rutelli fanno eco i sottosegretari alla Giustizia, Daniela Melchiorre, che plaude all'iniziativa, e Luigi Li Gotti, che ricorda come il progetto di creare una banca del Dna per i criminali in realtà sia già contemplato in un disegno di legge messo a punto lo scorso anno, attualmente fermo per ragioni finanziarie. Le risorse necessarie ammontano a circa 10 milioni di euro come spesa iniziale, e 6 per ogni anno (per dovere di cronaca occorre aggiungere che l'idea non è certo recente, ed anche nella scorsa legislatura ci sono state iniziative parlamentari in tal senso da parte del centrodestra). Purtroppo, come già accennato, manca la copertura finanziaria ed il progetto di cui parla il sottosegretario Li Gotti, come egli stesso ha ammesso, è fermo in Parlamento. Tutto condivisibile, tutto giusto. Peccato che siamo alla politica del «vorrei, ma non posso».
Mercoledì il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha annunciato in pompa magna che il suo dicastero ha predisposto un piano per mandare più uomini e mezzi delle forze dell'ordine sul territorio. La richiesta del ministero dell'Interno per la prossima Finanziaria - secondo quanto si apprende - è quella di una conferma dei livelli di assestamento di bilancio del 2007, cioè di poco oltre 25 miliardi. Anche in questo caso è tutto condivisibile, tutto giusto. Peccato però che lo stesso Amato abbia avallato e votato la legge Finanziaria 2007, che ha tagliato di un miliardo di euro i fondi per la sicurezza e che così fa restare ferme la metà delle autovetture delle forze di polizia. Se quella del sottosegretario Li Gotti è la politica del «vorrei, ma non posso», questa è invece quella degli annunci fini a ses stessi.
Al coro non poteva certo mancare il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che, intervenendo ad una manifestazione a Padova, ha affermato in maniera serafica: «Io penso che tutto il comparto della sicurezza non possa essere tagliato. La sicurezza è ormai una condizione della competitività del Paese, non si può tagliare lì. Certo, si possono razionalizzare meglio le risorse, ma non si possono mettere le auto della polizia nelle condizioni di non avere la benzina per girare». Di nouvo tutto condivisibile, tutto giusto. Peccato che proprio a Roma, così come documentato con un filmato da Francesco Giro, coordinatore regionale di Forza Italia nel Lazio, il degrado e l'insicurezza sembrino farla da padrone e la questione «cocaina», rilevata in quantità alquanto significativa nell'aria della Capitale, sembri essere diventata una vera emergenza. Peccato ancora che proprio l'amministrazione capitolina abbia fatto spallucce dinanzi all'invito, proveniente da esponenti del partito azzurro di Roma, di predisporre un piano per una serie di iniziative volte a garantire maggiore sicurezza, soprattutto in alcuni quartieri famosi per la movida notturna. Inoltre, sarebbe stato giusto ricordare a Veltroni che i tagli al comparto sicurezza non sono un'ipotesi di scuola ma, purtroppo, come ricordato in precedenza, ci sono già stati e pergiunta ad opera del governo della sua stessa parte politica.
Insomma, in tutto questo tourbillon di dichiarazioni, resta il dato fondamentale: probabilmente, nella prossima Finanziaria, non ci saranno delle buone nuove sul tema della sicurezza e, per coprire le loro magagne, gli esponenti del centrosinistra si serviranno di nuovi, formidabili annunci proiettati sul futuro. Peccato per i cittadini italiani che il presente sia nero e, con il centrosinistra ancora al governo, il futuro non si prospetti certamente migliore.


Antonio Maglietta

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