venerdì 20 novembre 2009

Diminuiscono le morti e gli infortuni sul lavoro nei primi 6 mesi del 2009



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

giovedì 19 novembre 2009

Forte calo di infortuni e morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2009: rispettivamente -10,6% e -12,2%. I dati sono stati resi noti dall'Inail, che sottolinea come una quota tra i 5 e i 6 punti percentuali del calo sia da attribuire ad una componente «accidentale», rappresentata dalla contingente congiunta economica.

Nel dettaglio: nel primo semestre 2009 gli infortuni sul lavoro sono stati 397.980, contro 444.958 del primo semestre 2008, mentre i casi mortali sono stati 490 a fronte dei 558 dello stesso periodo dell'anno precedente. La riduzione degli infortuni e dei casi mortali ha riguardato soprattutto i lavoratori nell'effettivo esercizio della loro attività (cioè in occasione del lavoro): rispettivamente -11,1% e -13,1%. Più contenuta, invece, la flessione degli infortuni in itinere, ovvero quelli che si sono verificati sul percorso casa-lavoro e viceversa (-5,8%), e dei relativi casi mortali (-9,2%). Molto rilevante, infine, il calo dei morti sulla strada in occasione di lavoro (-20,5%). Il dato - sottolinea l'Inail - accentua sensibilmente il miglioramento in atto ormai da molti anni.

Ma va detto che il primo semestre di quest'anno è stato un periodo particolarmente negativo per l'economia italiana, sia sul versante dell'occupazione, diminuita dello 0,9% nel primo trimestre e dell'1,6% nel secondo, che su quello della produzione industriale, calata di oltre il 20%. Se a questo si aggiunge il massiccio ricorso alla cassa integrazione, «appare chiaro come al sostenuto calo della quantità di lavoro effettuata corrisponda, ovviamente, una considerevole flessione dell'esposizione ai rischi di infortunio».

Quanto ai singoli settori di attività, il decremento ha interessato soprattutto l'industria (-21,5% di infortuni e -18,7% di casi mortali) e in particolare il comparto metalmeccanico, che ha fatto registrare una riduzione del 27,3% per gli infortuni e del 20% per i casi mortali. Anche le costruzioni segnano un consistente calo degli infortuni (-15,8%) e uno molto più modesto dei casi mortali (-3,9%). Molto più limitata, invece, la flessione registrata nell'agricoltura e nei servizi, che segnano entrambi un calo degli incidenti del 2,2%, accreditando ulteriormente l'ipotesi che vede nell'andamento negativo della produzione industriale una delle principali cause della diminuzione degli infortuni nei primi 6 mesi di quest'anno. Il miglioramento dei livelli infortunistici ha favorito soprattutto gli uomini (-13,95%) e in misura più contenuta le donne (-2,1%), mentre la riduzione dei casi mortali è stata molto sostenuta per entrambi i sessi (-18,2% per le femmine e -11,7% per i maschi). Infine, i maggiori cali in termini infortunistici hanno riguardato il nord: in particolare il nord-est ha registrato una riduzione del 14,3% degli infortuni e del 20,9% dei casi mortali. Al centro - unico caso in controtendenza - in tutto il panorama infortunistico si registra un incremento di una decina di infortuni mortali: 107 casi contro 98 dello stesso periodo del 2008.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, considera «confortanti» i dati diffusi dall'Inail, ma ha chiesto comunque di «non abbassare la guardia», perché l'obiettivo sugli incidenti, soprattutto mortali, è comunque «tendere a zero». Insomma, sarà pure vero che la diminuzione degli infortuni e delle morti sul lavoro è in parte frutto anche della congiuntura economica, ma è altrettanto vero che questo dato dimostra come sempre più aziende investano in sicurezza, come la normativa sia nella maggior parte dei casi applicata e come il dialogo tra le parti sociali, dove c'è, sia in grado di dare i suoi frutti.

Tuttavia questi dati positivi, come ha fatto bene a ricordare Sacconi, non devono far calare la tensione sull'argomento, ma spingere a fare sempre di più e meglio, anche perché il lavoro può essere tutto tranne che un appuntamento con la morte. Un paese che si definisce civile si misura anche su questo tema. Questo significa che tutti gli attori in campo dovranno puntare con decisione su tre cose fondamentali: un dialogo sempre più stretto e proficuo tra le parti sociali (dando vita a comitati paritetici, agli enti bilaterali, a forme di condivisione per garantire ambienti di lavoro più sicuri), volto a produrre un controllo aggiuntivo sui luoghi di lavoro in affiancamento a quello svolto dalle istituzioni; un percorso formativo costante del lavoratore; un'informazione chiara e capillare.

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