venerdì 16 ottobre 2009

La strana meritocrazia giudiziaria


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

giovedì 15 ottobre 2009

Finalmente un caso di meritocrazia nell'Italia imbalsamata, dove l'ascensore sociale è perennemente guasto. Con una delibera, che ne sottolinea «indipendenza, imparzialità ed equilibrio», il Csm ha dato una promozione a Raimondo Mesiano, il giudice del Tribunale civile di Milano che ha condannato senza neanche uno straccio di perizia la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori.

Il plenum di Palazzo dei Marescialli ha riconosciuto a Mesiano il massimo grado raggiungibile da un magistrato nella sua carriera, sancendo il superamento da parte sua della settima valutazione di professionalità. Il provvedimento è stato motivato anche dalla «capacità, laboriosità, diligenza ed impegno dimostrati» da Mesiano nell'esercizio delle sue funzioni. La promozione è passata all'unanimità e senza nessuna discussione ed è stata inserita in un ordine del giorno speciale. Il provvedimento è retroattivo, visto che il riconoscimento decorre dal 13 maggio del 2008 e comporterà per il magistrato un aumento di stipendio oltre alla possibilità di concorrere per incarichi che sinora gli erano preclusi. Intanto martedì prossimo la Prima Commissione aprirà una pratica a tutela di Mesiano, dopo gli attacchi ricevuti per la sentenza sul Lodo Mondadori.

Povero giudice! Dopo anni passati a sgobbare, coperto dal cono d'ombra del lavoro dei colleghi mediaticamente più famosi, senza ricevere neanche una pacca sulla spalla, ecco arrivare una bella sentenza a danno della Fininvest per accendere la luce dei riflettori ed aprire le porte alla notorietà. E fino a questo punto nulla di nuovo. La novità è la tempistica con cui il Csm ha premiato il giudice e cioè solo pochi giorni dopo la citata sentenza. Che cosa dovrebbe pensare anche il più ingenuo spettatore dei fatti di questo paese? Non conosciamo il giudice Mesiano: magari merita tutte le promozioni di questo mondo. Ma certo averne una a pochi giorni da una sentenza che colpisce la Fininvest sotto la cintura non può passare come un fatto inosservato e non far sorgere qualche dubbio, almeno sotto il profilo dell'opportunità nella scelta dei tempi.

Ma tutto ciò non bastava e, per non farsi mancare proprio niente, il Consiglio Superiore della Magistratura ha fatto di più ed ha chiuso in bellezza. Nella stessa giornata in cui ha premiato il giudice Mesiano, il plenum del Csm ha deliberato la settima valutazione di professionalità per Felice Casson, il magistrato oggi fuori ruolo perché eletto senatore per il Pd. Il consigliere laico del centrodestra Gianfranco Anedda si è opposto all'approvazione di questa pratica, chiedendone il rinvio in Commissione, ma, essendo stata respinta la sua istanza, ha abbandonato l'aula Bachelet e non ha partecipato al voto. Il Csm ha inoltre conferito la quinta valutazione di professionalità a Lanfranco Tenaglia, altro magistrato fuori ruolo, attualmente responsabile giustizia del Partito Democratico. Stiamo parlando di tre giudici di cui uno ha appena condannato la Fininvest a pagare 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti, e gli altri due sono rispettivamente senatore e deputato del Pd. Per carità, nessuna ipotesi maliziosa su quali siano i loro meriti...

Nessun commento:

Google