domenica 11 ottobre 2009

I risultati del Governo nella lotta alla criminalità



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

venerdì 09 ottobre 2009


«Ogni giorno sono stati arrestati otto mafiosi dall'inizio del governo Berlusconi». Lo ha affermato il ministro dell'Interno Roberto Maroni illustrando un documento sul contrasto alla mafia svolto nei primi 15 mesi di attività che è stato presentato al Consiglio dei ministri. Maroni ha detto anche che dall'inizio dell'azione di governo sono stati sciolti «12 consigli comunali per infiltrazioni mafiose rispetto agli otto sciolti nello stesso periodo del governo precedente. Sono risultati che non hanno precedenti, è una stagione straordinaria». Ed ha aggiunto un particolare inquietante: l'azione del governo Berlusconi per il contrasto alla mafia sta provocando «preoccupazioni all'interno degli ambienti mafiosi, anzi una forte irritazione che ha portato a registrare segnali nei confronti del governo Berlusconi per fermare questa azione straordinaria. Minacce arrivano da ambienti mafiosi verso i soggetti più esposti, stiamo monitorando e continueremo nell'azione di contrasto perché vogliamo vincere la guerra contro la mafia, non solo qualche battaglia. A fine legislatura vogliamo porre fine a questo cancro che per tanti decenni ha imperversato nelle nostre regioni», ha concluso Maroni. Un'ipotesi ottimistica, quella del ministro, che comunque esplicita con parole forti la volontà del governo in carica di mettere alle strette la malavita organizzata.

Ma le parole non bastano e servono i fatti. Eccoli: durante questo primo periodo del Governo Berlusconi, secondo la relazione del Ministro dell'Interno, sono stati arrestati 270 latitanti, il 91% in più rispetto ai 17 mesi precedenti. Le operazioni di polizia giudiziaria effettuate sono state 335 (+40%), gli arresti complessivi 3.479 (+26%). Dei 270 latitanti finiti in manette, 13 (+62%) sono quelli inclusi nell'elenco dei 30 più pericolosi e 35 (+119%) quelli inseriti nell'elenco dei cento più pericolosi. I 9.118 beni sequestrati alla mafia durante il governo Berlusconi, per un valore di 5 miliardi e 372 milioni di euro, costituiscono un incremento del 52% rispetto ai 17 mesi precedenti. I beni confiscati sono stati 2.219, per un valore di 1 miliardo e 512 milioni di euro, con un incremento del 304%. Riguardo, poi, al Fondo unico di giustizia appena istituito, le somme recuperate al 30 settembre 2009 ammontano a 676,7 milioni di euro. Grazie alla nuova normativa sui respingimenti gli sbarchi dei clandestini sono diminuiti del 90%» dal 5 maggio al 30 settembre (erano 19.000 nel 2008 sono stati solo 1.900 nel 2009).

E' innegabile, quindi, dati alla mano, che il governo in carica non si è limitato ai buoni intenti ma ha agito con fatti concreti cercando di contrastare la criminalità organizzata con tutti i mezzi a disposizione. Ovviamente la repressione deve essere solo un aspetto della lotta al fenomeno e certamente la risposta dello Stato alle sfide lanciate dalla criminalità deve essere fatta senza soste. Le persone oneste che vivono in certe realtà difficili del nostro territorio, non solo al Sud ma anche al Nord, devono sentirsi parte di un unico progetto di lotta contro le mafie in cui ognuno deve fare la propria parte a seconda del ruolo che ricopre. Questo è un argomento che non può essere fonte di divisione, ma deve diventare, se ancora non lo è, un terreno comune dove magari si può discutere sulle modalità di intervento ma non sull'obiettivo finale, che deve essere quello dell'affermazione della legalità in ogni angolo del nostro Paese. Nessuno, dal punto di vista politico, si può appuntare moralmente sul petto la medaglietta dell'unico difensore della legalità in questo Paese perché si tratta di un sentimento condiviso che oltrepassa gli steccati politici ed anche perché, nel momento stesso in cui si compie questa scellerata operazione, si creano divisioni in un campo in cui, invece, occorre la massima unità possibile tra coloro che a vario titolo contrastano la galassia criminale.

Devono essere i fatti a dimostrare che si fa la lotta alla criminalità e non le chiacchiere, le ipotesi campate per aria, le teorie fondate sul nulla e senza alcun riscontro, magari espresse in qualche convegno, studio televisivo o comizio, dove finiti gli applausi e spente le luci tutto resta come prima..

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