martedì 10 marzo 2009

Nuove strategie in materia di immigrazione


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 10 marzo 2009


Il vicepresidente della Commissione Europea e commissario ai Trasporti, Antonio Tajani, proporrà il prossimo maggio alla Commissione una «Comunicazione sul trasporto in Africa e sulla sua interconnessione con le reti Ten», cioè le reti di trasporto transeuropeo. Lo ha annunciato lo stesso Tajani aprendo i lavori di una conferenza sull'avvenire del trasporto europeo, che ha visto riunirsi a Bruxelles i responsabili del settore, nonché rappresentanti delle Ong, degli Stati membri e delle Amministrazioni comunali. Tajani, che lo scorso 2 febbraio si è recato ad Addis Abeba per discutere con i capi di Stato e di governo dell'Unione africana (Ua), ha sottolineato che lo sviluppo di un sistema efficace ed efficiente di trasporti nel continente africano può aiutare, attraverso lo sviluppo economico, a trovare «una soluzione stabile ai problemi dell'immigrazione».

E' questa la strada da intraprendere e, quindi, occorre che l'Unione Europea predisponga interventi a favore dei territori africani, attraverso piani di sviluppo che favoriscano le economie locali con la costruzione di infrastrutture, stipule di accordi di collaborazione sui servizi, creazione di corsi di formazione, programmi per incentivare il rientro non solo della manodopera qualificata o meno, ma anche dei cosiddetti «cervelli», come ad esempio medici, ingegneri, ecc... Perché quello che manca in quelle terre, oltre alle strade ed ai servizi, è anche una classe media di professionisti che sia in grado di dare nuova e continua linfa al circuito delle economie locali.

Il modello da seguire è quello che è stato portato avanti nel tempo dal nostro paese con l'Albania. Sono ancora vive le immagini degli albanesi che sbarcavano con mezzi di fortuna sulle coste pugliesi. Gli accordi di collaborazione, un maggior controllo delle coste e del territorio oggetto degli sbarchi ha portato prima alla lenta evaporazione e poi alla definitiva scomparsa del fenomeno. Un'azione integrata che ha permesso di debellare il fenomeno e creare i giusti presupposti per uno sviluppo economico dell'Albania, in modo che la gente di quelle terre non fosse costretta ad abbandonare le proprie case ed i propri affetti per cercare fortuna in un paese straniero.

La collaborazione tra i due paesi non si è fermata, tant'è vero che martedì è stato firmato un accordo tra le Poste albanesi e quelle italiane. Il premier albanese Sali Berisha, nel corso dell'incontro avuto con il direttore esecutivo delle Poste italiane, Massimo Sarmi, ha dichiarato che nel settore sono state avviate alcune riforme con l'intento di aumentare il numero dei servizi e migliorare la sua rete. L'appoggio delle Poste italiane mira ad un ulteriore ammodernamento delle Poste albanesi. Sarmi ha indicato a Berisha una serie di servizi che possono offrire le Poste albanesi, sostenute da quelle italiane. L'accordo mira ad inserire fra i servizi on-line e di telefonia mobile quelli di trasferimento di denaro, di servizi consolari, d'anagrafe, ecc...

E' questo il modello da seguire anche a livello europeo per quanto riguarda il rapporto con i paesi africani. Gli aiuti senza controllo sulle modalità di spesa sono una scelta deleteria, come lo è quella di affidare tutto alle Ong. Gli Stati europei, tutti insieme, devono fare uno sforzo aggiuntivo per predisporre un piano organico che preveda sia il rafforzamento di Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne) e un consistente aiuto economico ai paesi della frontiera sud dell'Ue, obiettivo delle direttrici del traffico di clandestini, sia una serie di iniziative che vadano dalla collaborazione nella costruzione di infrastrutture alla stipula di accordi per quanto riguarda il settore del lavoro e dei servizi alle persone e alle piccole imprese, nell'ottica di uno sviluppo organico, razionale e sostenibile di quei territori che dia una speranza di vita a quella gente e non la costringa ed emigrare per vivere dignitosamente.

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