sabato 21 marzo 2009

L'occupazione tiene anche nel periodo di crisi



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

sabato 21 marzo 2009

L'Istituto nazionale di statistica, come recita il comunicato diffuso venerdì, ha condotto, con riferimento al periodo che va dal 29 settembre al 28 dicembre 2008, la rilevazione sulle forze di lavoro. Nel quarto trimestre 2008 l'offerta di lavoro registra, rispetto allo stesso pe-riodo del 2007, un incremento dello 0,6 per cento (144.000 unità). Rispetto al terzo trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, l'offerta di lavoro rimane invariata. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è sceso di tre decimi di punto rispetto al quarto trimestre 2007, portandosi al 58,5 per cento. Il numero delle persone in cerca di occupazione registra il quarto aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.775.000 unità (+ 120.000 unità, pari al +7,3 per cento rispetto al quarto trimestre 2007).

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha spiegato che «la nostra produzione industriale è scesa a gennaio meno di altre» e «il dato sulla disoccupazione è migliore della media dell'eurozona». Nel nostro Paese, continua il premier, ci si trova in condizioni migliori rispetto ad altri partner europei per la «particolare attitudine al risparmio delle famiglie, per lo stato di solidità delle banche, per il fatto che abbiamo imprenditori capaci e diffusi tra la popolazione in un numero che non ha nessuno. Ancora, c'è un governo e una maggioranza forte, che resiste, sopporta e può uscire dalla crisi meglio degli altri paesi europei. Da qui anche interesse degli altri leader per le nostre misure».

Sull'argomento si è espresso anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti secondo il quale l'Italia è «relativamente diversa in meglio» rispetto ad altri Paesi, sottolineando che «la struttura economica e sociale dell'Italia è diversa e meno drammatica rispetto a quella di altri Paesi» e aggiungendo che il governo sta seguendo «l'evoluzione della crisi con una politica modulare, progressiva e appropriata».

Secondo il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, «questo 7% rassicura, se messo a confronto con il 1997 quando la disoccupazione era al 12,3%. Certo, vorremmo una situazione migliore, ma nelle condizioni in cui ci troviamo, è positivo registrare che nel complesso l'occupazione tiene. E' più preoccupante il dato del Mezzogiorno, dove invece la flessione è significativa».

Leggendo i dati dell'Istat, l'aggravamento della situazione nel Mezzogiorno è dovuta principalmente alla flessione del dato occupazionale relativo ai lavoratori autonomi, che registrano un -3,6% rispetto allo stesso periodo del 2007 (-2,7% su base nazionale). I dati mostrano, inoltre, un indebolimento della componente maschile dell'occupazione che registra su base nazionale un -0,8% a fronte di un positivo + 0,3 per le donne.

Se si volesse fare una sintesi dei dati dell'Istituto nazionale di statistica si potrebbe dire che il mercato del lavoro italiano tiene anche in periodo di crisi, segno che il nostro sistema Paese è solido e regge anche le turbolenze dell'economia mondiale, e che i dati negativi si concentrano al Sud e sulla componente maschile della forza lavoro del Paese (una delle vere novità emersa da questi dati).

L'Italia ha tutte le carte in regole per uscire dalla crisi, insieme a tutti gli altri Paesi dell'Ue, e certo la sicurezza data ai soggetti economici dalla stabilità di questa maggioranza e di questo governo potrà certamente accelerare il processo di ripresa che sicuramente non tarderà ad arrivare.

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