venerdì 12 dicembre 2008

Scuola e meritocrazia. L'impegno del governo Berlusconi


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 09 dicembre 2008

Il termine «meritocrazia» è stato usato per la prima volta da Michael Young (Lord Young di Dartington) nel titolo di un libro, The Rise of Meritocracy, in cui l'autore immaginava il merito come la risultante di due componenti, l'intelligenza e lo sforzo (IQ plus effort) con l'aggiunta della certificazione data dal titolo di studio. La meritocrazia è nata nel 1933 ad Harvard quando il presidente di allora, J. Bryant Conant, concepì l'ETS (Education Testing Service), grazie al quale venne introdotto il SAT (Scholastic Aptitude Test) che rivoluzionò il sistema di ammissioni, che fino ad allora privilegiava i figli delle famiglie ricche, e permise da quel momento di selezionare i migliori studenti indipendentemente dall'estrazione sociale e dal conto in banca dei genitori, permettendo loro di accedere senza alcuna restrizione ad una delle migliori università del mondo. La meritocrazia nasce, quindi, con l'idea di modificare i criteri di accesso ad una delle migliori università del mondo e viene formalizzata con un termine specifico («meritocracy» appunto) sempre con riferimento al sistema scolastico. In pratica, la culla della meritocrazia è la scuola.

Il termine, come sappiamo, è spesso inflazionato e quasi mai tradotto in interventi specifici. Con il governo Berlusconi c'è stata finalmente una significativa inversione di tendenza. Diamo dunque uno sguardo a quello che è stato già fatto dall'attuale esecutivo sul tema della scuola e della meritocrazia, perché le opinioni e le buone intenzioni sono sempre rispettabili ma quello che conta è ciò che viene messo nero su bianco e tradotto in interventi concreti. Pur essendo in carica da pochi mesi, attraverso l'azione del ministro Gelmini, il governo Berlusconi ha già compiuto alcuni passi significativi per valorizzare il merito e migliorare, semplificare e rendere più trasparenti i sistemi di valutazione degli studenti, dei ricercatori e dei professori. Ecco l'elenco:

* Decreto ministeriale del ministro Gelmini del 28 luglio 2008, con l'aggiunta della nota prot. n. 11715 del 10 novembre 2008, per l'individuazione delle iniziative per la valorizzazione delle eccellenze conseguite dagli studenti delle scuole di istruzione secondaria superiore, statali e paritarie, con particolare riferimento agli articoli 3 (Proposte per l'individuazione delle eccellenze per gli studenti frequentanti i corsi di istruzione superiore delle scuole statali e paritarie) e 4 (Informazione sul monitoraggio delle iniziative di valorizzazione delle eccellenze);
* Articolo 3, comma 1, della legge 30 ottobre 2008, n. 169, che ha previsto che nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite debba essere effettuata mediante l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno;
* Articolo 3, comma 3, della legge 30 ottobre 2008, n. 169: nella scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal Consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline;
* Articolo 3, comma 4, della legge 30 ottobre 2008, n. 169: l'esito dell'esame conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi;
* Articolo 1, commi 4 e 5, del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca, in corso di conversione in legge, che ha previsto l'introduzione di meccanismi più trasparenti per la definizione della composizione delle commissioni giudicatrici per le procedure di valutazione comparativa per il reclutamento dei professori universitari di I e II fascia (art. 1, comma 4) e di quelle per la valutazione comparativa dei candidati di cui all'articolo 2 della legge 3 luglio 1998, n. 210 (art. 1, comma 5);
* Articolo 1, comma 7, del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, che ha disposto che nelle procedure di valutazione comparativa per il reclutamento dei ricercatori bandite successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, la valutazione comparativa è effettuata sulla base dei titoli, illustrati e discussi davanti alla commissione, e delle pubblicazioni dei candidati, ivi compresa la tesi di dottorato, utilizzando parametri, riconosciuti anche in ambito internazionale, individuati con apposito decreto del ministro dell'istruzione;
* Articolo 1-bis del disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, già approvato dal Senato ed ora in discussione alla Camera, che incentiva il cosiddetto «rientro dei cervelli»;
* Articolo 3 del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180 che ha integrato di 65 milioni di euro il fondo per il finanziamento dei progetti volti alla realizzazione degli alloggi e residenze di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 338 e di 135 milioni di euro il fondo di intervento integrativo di cui all'articolo 16 della legge 2 dicembre 1991, n. 390, al fine di garantire la concessione agli studenti capaci e meritevoli delle borse di studio;
* Articoli 3-ter e 3-quater del progetto di legge di conversione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, che legano maggiormente la valutazione dell'attività di ricerca alle pubblicazioni effettuate e l'attribuzione delle risorse finanziarie alle università in base alla relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, che dovrà essere pubblicata sul sito internet dell'ateneo e trasmessa al ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Qualcuno dirà che non basta o che gli interventi non sono ancora esaustivi, oppure che c'è da fare ancora molto. Ma certamente non si può affermare che non ci si è mossi per portare un po' di meritocrazia all'interno del nostro sistema scolastico.

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