martedì 16 dicembre 2008

Meritocrazia e lavoro privato. Le iniziative del governo



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

lunedì 15 dicembre 2008


Il ministro Sacconi, sin dall'inizio del suo mandato, per fronteggiare l'emergenza riguardante i redditi da lavoro dipendente, segnalata da tempo da diversi studi autorevoli, ha cercato di far crescere i salari collegandoli alla produttività, detassando gli straordinari e i premi aziendali, così come promesso in campagna elettorale. In pratica ha creato un meccanismo che determina un aumento del salario in chiave meritocratica: chi ha il merito di lavorare di più deve essere pagato di più.

L'articolo 2 della legge 4 luglio 2008, n. 126, «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie», ha introdotto infatti delle misure sperimentali per l'incremento della produttività del lavoro privato. Ha previsto che, salva espressa rinuncia scritta del prestatore di lavoro, nel periodo dal 1° luglio 2008 al 31 dicembre 2008 sono soggetti a un'imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%, entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi, le somme erogate a livello aziendale «per prestazioni di lavoro straordinario, ai sensi del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, effettuate nel periodo suddetto; per prestazioni di lavoro supplementare ovvero per prestazioni rese in funzione di clausole elastiche effettuate nel periodo suddetto e con esclusivo riferimento a contratti di lavoro a tempo parziale stipulati prima della data di entrata in vigore del presente provvedimento; in relazione a incrementi di produttività, innovazione ed efficienza organizzativa e altri elementi di competitività e redditività legati all'andamento economico dell'impresa». Le disposizioni sono rivolte ai titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore, nell'anno 2007, a 30.000 euro.

La crisi dell'economia mondiale, però, ha ridisegnato il quadro economico ed ha imposto nuove scelte, che non potevano non andare nella direzione del sostegno ai consumi e, quindi, dell'aumento dei salari e dell'incremento del potere di acquisto dei cittadini. L'articolo 5 («Detassazione contratti di produttività») del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale (il cosiddetto «decreto anticrisi»), in corso di conversione in legge, ha disposto quindi che, per il periodo dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2009, saranno prorogate le misure sperimentali per l'incremento della produttività del lavoro, previste dall'articolo 2 comma 1, lettera c), del decreto legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126. Tali misure troveranno applicazione, entro il limite di importo complessivo di 6.000 euro lordi, con esclusivo riferimento al settore privato e per i titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore, nell'anno 2008, a 35.000 euro, al lordo delle somme assoggettate nel 2008 all'imposta sostitutiva di cui all'articolo 2 del citato decreto legge. Se il sostituto d'imposta tenuto ad applicare l'imposta sostitutiva in tale periodo non è lo stesso che ha rilasciato la certificazione unica dei redditi per il 2008, il beneficiario dovrà attestare per iscritto l'importo del reddito da lavoro dipendente conseguito nel medesimo anno 2008.

Il governo Berlusconi ha intrapreso con i fatti ed a suon di provvedimenti concreti la difficile ma virtuosa strada della meritocrazia, legando il salario a dinamiche improntate al merito ed alla gratificazione economica dei meritevoli e coniugando, quindi, la doppia esigenza dell'innalzamento della produttività del lavoro con quella dell'aumento dei salari.

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