venerdì 5 dicembre 2008

Immigrazione. Stretta sugli ingressi e più arrivi di alte professionalità



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

mercoledì 03 dicembre 2008


Libération torna ad attaccare l'Italia per la sua politica in tema di immigrazione. Partendo dalle ultime previsioni dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, secondo cui «l'immigrazione clandestina potrebbe aumentare come conseguenza della crisi economica», il quotidiano francese ha affermatoche «la destra più populista cerca di cavalcare il rifiuto dell'immigrazione, come hanno dimostrato le ultime elezioni in Italia e in Austria». Libération ha ricordato, inoltre, che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, «ha consigliato una moratoria di due anni per l'accoglienza di lavoratori provenienti da paesi extra-Ue» e ha sostenuto che questa misura «può proteggere gli immigrati già presenti in Italia dagli effetti della crisi economica».

Ci risiamo con le leggende metropolitane spacciate per verità assolute. A sinistra (e i cugini francesi confermano la tesi secondo cui «tutto il mondo è paese») ancora credono che il centrodestra abbia vinto le elezioni in Italia cavalcando il rifiuto dell'immigrazione. I signori della gauche parlano e scrivono senza neanche tenere conto del fatto che le elezioni sono state vinte da Berlusconi semplicemente perché le proposte per governare il paese presentate dal centrodestra sono state più credibili rispetto a quelle del centrosinistra, soprattutto alla luce della disastrosa prova dei fatti data dal governo Prodi.

Quanto al merito della questione, va detto che lunedì scorso il ministro Sacconi ha indicato un percorso virtuoso in materia di immigrazione. Un percorso che, finalmente, andrebbe a segnare una positiva inversione di tendenza rispetto ad uno dei difetti storici dell'entrata di nuovi lavoratori nel nostro paese: la mancanza di alte professionalità e l'ingresso massiccio di lavoratori non qualificati. Il ministro del Welfare ha infatti dichiarato che il governo punta a una gestione separata per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno a immigrati con professionalità alte. «Queste domande - ha detto - risultavano molto inferiori alle quote, ma le pratiche rimanevano immerse nel volume complessivo delle domande di permesso. Avranno quindi un percorso e una modulistica separate». Secondo Sacconi, per questo tipo di professionalità «l'apertura deve essere massima quanto deve essere forte il contenimento dei flussi di altre professionalità». Per quanto riguarda il complesso delle norme sull'immigrazione, il ministro ha precisato che da parte del governo «c'è una stretta sugli ingressi. Solo così daremo maggiori opportunità a quegli immigrati che perdono, a causa della crisi, un lavoro, e non li metteremo in competizione - ha concluso - con altri nuovi ingressi».

Ben venga, quindi, il doppio canale nel sistema degli ingressi per motivi di lavoro nel nostro paese, perché proprio così si arricchisce, e non si svilisce, la qualità del nostro sistema produttivo che - è bene ricordare - è il pilastro fondamentale del successo del made in Italy nel mondo. E ben venga anche la stretta sui nuovi ingressi, perché è una scelta obbligata e di buon senso limitare gli arrivi in una fase non certo positiva dell'economia mondiale, anche e soprattutto per meglio salvaguardare gli immigrati che già lavorano nel nostro paese. Proprio in quest'ottica andrebbe stimolato il ruolo di alcuni istituti già attivi, ma ancora poco produttivi, come ad esempio il Consiglio Territoriale dell'Immigrazione , organismo fondamentale per monitorare in sede locale la presenza degli stranieri sul territorio e la capacità di assorbire i flussi migratori nelle singole province del nostre paese.

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