martedì 5 luglio 2011

Una boccata d'ossigeno per l'imprenditoria giovanile



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
martedì 05 luglio 2011

Secondo i dati elaborati da InfoCamere, società consortile di informatica delle Camere di commercio italiane, tra dicembre 2005 e dicembre 2010 i titolari di imprese individuali con meno di trent'anni, iscritti nei registri delle Camere di commercio, sono diminuiti di 43.624 unità. Nell'ambito della diminuzione complessiva di imprese individuali avvenuta in Italia negli ultimi 5 anni (124.686), una cessazione su tre ha riguardato attività con titolari sotto i trent'anni anni di età.

Secondo un rapporto redatto dall'Ocse sull'imprenditoria, basato su dati del 2009, l'Italia è uno tra gli ultimi Paesi nell'area Ocse per volume di finanziamenti alle aziende giovani con potenziale di crescita, il cosiddetto «venture capital». In Italia i finanziamenti di venture capital sono fermi allo 0,005% del Pil, nettamente inferiori al livello registrato in Germania (0,03%), Francia e Gran Bretagna (entrambe allo 0,05%). Solo Polonia, Ungheria e Lussemburgo, nell'area Ocse, hanno una quota inferiore a quella italiana. Lo sviluppo di questo tipo di finanziamento - ricorda l'Ocse - «è considerato un'importante condizione-quadro per lo sviluppo dell'imprenditoria», dato che fornisce capitali a imprese che non sempre riescono ad accedere al credito bancario.

A questi dati bisogna aggiungere che il nostro sistema si basa sulle piccole e medie imprese. La stessa Ocse riconosce che l'Italia è tra i Paesi in cui il ruolo delle piccole e medie imprese è più rilevante, sia in termini di numero che di impatto sull'occupazione. In Italia le imprese con meno di 10 dipendenti sono 3 milioni e 688 mila, il 94,4% del totale, e quelle con 10-20 dipendenti oltre 140 mila, il 3,7%. Cifre che collocano il nostro Paese al settimo posto nell'area Ocse per percentuale di Pmi, e al terzo tra i Paesi dell'euro. Per quanto riguarda il contributo all'occupazione, le piccole e medie aziende rappresentano in Italia circa il 40% dei posti di lavoro, con quasi 7 milioni e 300 mila occupati in imprese con meno di 10 dipendenti, e 1 milione 825 mila in imprese con 10-20 dipendenti. Questo significa che i dati negativi sull'imprenditoria giovanile italiana devono preoccupare ancora di più, dato che questa criticità si riversa in un settore che genera oltre 9 milioni di posti di lavoro nel nostro Paese.

La posizione dell'Ocse sulle politiche di sostegno riservate alle Pmi italiane è fatta di luci e ombre. In Italia mancava una figura di riferimento solo per le Pmi: ora è arrivata Rete Imprese Italia, realtà creata da Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Casartigiani, verso la quale sono riposte grandi aspettative da parte di tutti. Il risultato migliore raggiunto dal nostro Paese è stata la riduzione degli oneri burocratici per l'avvio d'impresa (i costi per lo start-up si sono allineati alla media Ocse), mentre l'Italia è ancora indietro in quanto a investimenti pubblici per l'innovazione, che sono di molto inferiori a quelli che devono sostenere le imprese stesse per riuscire a restare competitive.

Il governo sta cercando di dare una risposta concreta a queste problematiche con interventi normativi, sgravi fiscali, fondi, meno burocrazia e un sistema informativo semplice per conoscere le opportunità sul tappeto. Innanzitutto parliamo del Fondo Mecenati, fortemente voluto dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Esso mette sul piatto 40 milioni di euro per la promozione dell'imprenditoria giovanile. L'agevolazione è riservata a tutti i giovani fino a 35 anni che propongano progetti sotto forma di persone giuridiche private, sia singole che associate, in ambito culturale: musica, cinema, teatro, arte, moda, design e tecnologia. Queste iniziative saranno finanziate fino al 40% dei costi, fino ad un massimo di 3 milioni di euro, dovranno avere un respiro nazionale, essere attuate in non meno di tre Regioni, e rispettare il principio delle pari opportunità.

Inoltre, grazie alle disposizioni presenti nella manovra economica da poco licenziata dal governo, i giovani che decideranno di costituire una nuova attività imprenditoriale pagheranno un'imposta ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività. Il beneficio sarà riconosciuto a condizione che:

* il contribuente non abbia esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale ovvero d'impresa, anche in forma associata o familiare;
* l'attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l'attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell'esercizio di arti o professioni;
* qualora venga proseguita un'attività d'impresa svolta in precedenza da altro soggetto, l'ammontare dei relativi ricavi, realizzati nel periodo d'imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore a 30.000 euro.

Si tratta del regime fiscale più conveniente d'Europa, che certamente spingerà molti giovani ad investire su se stessi e ad intraprendere una iniziativa in proprio.

Sempre su impulso del ministro della Gioventù, finanziato attraverso il Fondo delle politiche giovanili, è stato creato il portale Giovane Impresa, con l'obiettivo di diffondere, consolidare e sviluppare la cultura d'impresa tra i giovani, presupposto indispensabile per incentivare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e creare nuove opportunità di lavoro.

FONTE

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