lunedì 16 maggio 2011

Segnali positivi per il mercato del lavoro e le attività usuranti



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
lunedì 16 maggio 2011

Certe volte sembra che qualcuno viva sulla luna. Escono i dati sul mercato del lavoro, tutti con tendenze positive e con segnali di ripresa per il nostro paese, ma la Cgil dice che non è così e che tutto va male. Il Governo Berlusconi vara il tanto atteso decreto legislativo sui lavoratori che svolgono attività usuranti e il Pd dice che è merito suo. Misteri della politica italiana.

Andiamo con ordine. Guardiamo gli ultimi dati ufficiali per testare l'andamento degli effetti della crisi economica mondiale sul mercato del lavoro nazionale. Abbiamo a disposizione i numeri dell'Inps e dell'Istat. Secondo l'istituto di previdenza, nello scorso aprile è stata registrata una forte diminuzione delle ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate e il calo riguarda sia il dato congiunturale (- 10,1%) sia quello tendenziale (- 19,7%). Diminuiscono sia su base annuale sia mensile le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria e straordinaria mentre per quella in deroga si registrano una contrazione congiunturale (- 17,3%) e un aumento tendenziale (14,1%). In pratica abbiamo una congiuntura positiva per il mercato del lavoro per tutti i tipi di cassa integrazione e lo stesso si può dire per la tendenza, fatta eccezione per la cassa integrazione in deroga.
A questi dati molto positivi, bisogna aggiungere, poi, anche il calo tendenziale delle domande di disoccupazione (-7%) e mobilità (- 30,25%). Secondo i dati dell'Istat, inoltre, il numero dei disoccupati a marzo è diminuito del 2,5% (53 mila disoccupati in meno) su base tendenziale mentre quello delle persone occupate risulta in aumento sia rispetto al mese (+0,5%) che all'anno precedente (+ 0,6%) di quello della rilevazione.
Dati alla mano, non siamo ancora fuori dalla perturbazione ma i dati congiunturali (andamento mensile) e tendenziali (annuale) ci dicono che il nostro mercato del lavoro si sta rialzando dopo il duro colpo subito dalla crisi economica mondiale.

Passiamo alla questione dei lavori usuranti. E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo che dispone condizioni più favorevoli per il pensionamento di quei lavoratori che svolgono attività usuranti. La nuova normativa riconosce il diritto ad avere in anticipo la pensione a quei lavoratori che hanno svolto (per almeno sette degli ultimi dieci anni e, dal 2018, per almeno metà della vita lavorativa) alcune attività lavorative specifiche: lavori in galleria, lavori nelle cave (ad alte temperature), lavorazione del vetro, addetti alla catena di montaggio, conducenti di autobus e pullman turistici. Sono ammessi a questo beneficio anche i lavoratori notturni, a condizione che abbiano svolto lavoro notturno per almeno 64 notti l'anno (che diventano 78 per chi matura i requisiti pensionistici tra il 1° gennaio 2008 e il 30 giugno 2009). Dovrebbero essere interessati 36.395 lavoratori.
Subito dopo la pubblicazione, l'ex Ministro del lavoro dell'ultimo governo Prodi, Cesare Damiano, ha dichiarato che questo è il risultato di una lunga battaglia del Partito democratico. Cioè, paradossalmente, un atto del governo Berlusconi non è, a parere suo, merito di chi l'ha varato, ma del Pd. E perché, quando il centrosinistra era al governo del paese, non è stato fatto alcun decreto? La storia è molto semplice. Durante il governo Prodi fu approvata la legge-delega (Legge 24 dicembre 2007, n. 247 «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale») cui, però, non fece seguito il decreto legislativo perché tutto il caravanserraglio di partiti, partitini e strapuntini che sosteneva quel governo non raggiunse un accordo per la copertura economica del provvedimento e per la qualificazione del lavoro notturno. Purtroppo l'opposizione ha la memoria corta e ha pure la faccia tosta di rivendicare meriti certamente non suoi.

FONTE

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