sabato 21 maggio 2011

Lavoro: le ricette del Governo in tempo di crisi



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
venerdì 20 maggio 2011

Le priorità del Governo in materia di lavoro, soprattutto durante una crisi economica come quella che stiamo attraversando oramai da qualche anno, si incentrano sulla salvaguardia dei posti di lavoro esistenti, sulla protezione di chi ha perso la propria occupazione e su un'azione di stimolo del mercato per incentivare la libera attività professionale. Lo scorso aprile è stato firmato l’accordo Stato-Regioni per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il 2011-2012. Con l'intesa è stato prorogato per l'anno in corso e per l'anno a venire l'accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga già in vigore per il 2009-2010. L'accordo si è arricchito anche di una sezione specifica dedicata alle misure di politica attiva per un più rapido e mirato ricollocamento dei lavoratori e per evitare il formarsi di bacini di disoccupazione di lunga durata. E’ stata peraltro confermata ed estesa al 2011-2012 l'intesa del 17 febbraio 2010 sulle linee guida per la formazione e lo stanziamento previsto dalla legge di stabilità di 1 miliardo di euro per gli interventi a sostegno del reddito a cui si aggiungono 600 milioni di residui del biennio 2009-2010.

Le Regioni concorrono con la parte non utilizzata dello stanziamento di 2.2 miliardi di euro, fino al suo esaurimento. Nel decreto sviluppo (decreto legge 13 maggio 2011 n.70), in questo momento all’attenzione del Parlamento per la conversione in legge, è stata inoltre prevista l’introduzione di un «Credito d'imposta per nuovo lavoro stabile nel Mezzogiorno», coerente con i regimi di vantaggio fiscale per il lavoro, la ricerca e le imprese nelle regioni in ritardo di sviluppo previste dal Regolamento (CE) n. 800/2008 e ribaditi dal «Patto Euro plus». In sostanza si dispone la concessione di un credito d'imposta per ogni nuovo lavoratore assunto stabilmente nel Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia) con l’intento di incrementare il livello occupazionale del Mezzogiorno, ed in particolare il lavoro a tempo indeterminato, mediante l'erogazione di un incentivo fiscale concesso nella forma del credito d'imposta che, in pratica, tende a ridurre il costo del personale stimolando il mercato del lavoro.

Si conferma con questi ultimi atti concreti, quindi, la volontà del Governo di agire su 3 fronti in materia di lavoro:

* rilanciare il sistema formativo e l’apprendistato per rispondere all’esigenza di ridurre al minimo il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e colmare quanti più posti vacanti possibili, oggi tali perché mancano o sono difficili da trovare alcune professionalità idonee per fare certe attività richieste dai datori di lavoro;

* mantenere vivo il tessuto occupazionale attraverso gli ammortizzatori sociali;

* stimolare il mercato occupazionale attraverso una serie di politiche attive, già peraltro intraprese sin dall’inizio della legislatura, con particolare riguardo alla situazione dei giovani.

Con il tempo saggeremo la bontà di questi interventi che, comunque, già rappresentano un segnale positivo lanciato dalle istituzioni che ci governano. Già con l’introduzione della cassa integrazione in deroga, infatti, il governo Berlusconi ha aperto finalmente una breccia nell’iniquo welfare state italiano, in questo momento troppo appiattito sulla protezione degli iper-garantiti (poco sulle esigenze dei giovani) e molto sbilanciato economicamente sulle pensioni (molto meno di quello che servirebbe, invece, su alcune prestazioni a sostegno del reddito). Tuttavia ci sono ancora tante cose da fare proprio sul versante della riforma degli ammortizzatori sociali, sull’introduzione di uno statuto dei lavoratori, sul rilancio del sistema formativo e sulla riforma del fisco. I primi passi sono stati già fatti anche se la strada è ancora lunga.

FONTE

Nessun commento:

Google