giovedì 29 luglio 2010

Combattere il falso made in Italy nell’agroalimentare



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

mercoledì 28 luglio 2010

Negli ultimi 10 anni il valore delle esportazioni di prodotti italiani Dop e Igp è letteralmente raddoppiato e, nel frattempo, è cresciuto anche il loro numero. Siamo passati dai 108 del 2000 ai 206 del 2010. Cifre ragguardevoli che dimostrano la bontà dei prodotti tipici del nostro paese e la loro crescente appetibilità nel mercato mondiale. Le Dop e Igp italiane rappresentano da sole il 23% di tutte le denominazioni e indicazioni geografiche dell'Unione europea. Questa filiera conta 80mila realtà imprenditoriali, di cui oltre 75mila aziende agricole e quasi 6mila imprese di trasformazione, e produce ricchezza per un valore di 5,4 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi realizzato con le esportazioni.
La contraffazione è una piaga che colpisce più di un settore del Made in Italy, e in particolare il comparto agroalimentare. Agli inizi di luglio cinquantamila coltivatori e allevatori della Coldiretti hanno assediato pacificamente i valichi di frontiera e i principali porti per difendere il Made in Italy a tavola dagli inganni e dalle contraffazioni. Nel corso degli anni il fenomeno nell'agroalimentare è aumentato in maniera esponenziale e, secondo una recente analisi della Coldiretti, all'estero sono falsi tre prodotti alimentari italiani su quattro. Il falso made in Italy alimentare in Italia e all'estero vale circa 60 miliardi; tutti soldi persi dal sistema di produzione italiano.
La falsificazione dei prodotti agroalimentari nazionali è un fenomeno che frena la diffusione dei marchi italiani all'estero, inganna i consumatori di tutto il mondo e causa danni economici e di immagine alla nostra produzione. Il fenomeno, inoltre, rischia di colpire indirettamente una delle punte di diamante della nostra economia e cioè il turismo enogastronomico. L'Italia è l'unico Paese al mondo a poter offrire una grande varietà di percorsi turistici legati all'enogastronomia con 142 strade dei vini e dei sapori, 18mila agriturismi (raddoppiati nel corso degli ultimi 10 anni) e 63mila spazi dedicati al commercio tra frantoi, cantine, malghe e cascine. Questo settore ricopre un ruolo strategico nello sviluppo economico del paese, con particolare riguardo alle aree rurali, giacché riesce a coniugare la possibilità di trovare prodotti di qualità legati al territorio con la tutela e la promozione dell'ambiente naturale e culturale in cui sono realizzati. E' evidente che lo sviluppo del turismo enogastronomico dipende anche e soprattutto dal fatto che l'Italia può contare sulla leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici. Se, quindi, attraverso la falsificazione e la frode alimentare è colpito e affondato l'appeal che suscita questo particolare tipo di produzione nei consumatori, di conseguenza verrà meno il motore che spingerà il turista ad avventurarsi nei percorsi enogastronomici unici offerti dal nostro paese.
Per tutti questi motivi va combattuto duramente il fenomeno della falsificazione e della frode alimentare attraverso una rigida applicazione della normativa in vigore ma, contemporaneamente, va sostenuta con forza l'approvazione della disposizione sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti, inserita nel disegno di legge fermo alla Camera recante disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare, che al Senato è già stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale positivo è arrivato anche dal Parlamento europeo che ha votato a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e prodotti lattiero caseari.

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