martedì 26 gennaio 2010

Intervista all'onorevole Giuliano Cazzola


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 26 gennaio 2010

E' in discussione alla Camera il disegno di legge che conferisce la delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di Enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro. Giuliano Cazzola, laureato in giurisprudenza, già dirigente generale dello Stato, professore a contratto di Diritto della previdenza sociale presso la Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Bologna, giornalista pubblicista, in questa legislatura vicepresidente della Commissione Lavoro pubblico e privato di Montecitorio, è il relatore di questo provvedimento.

Onorevole Cazzola, cosa prevede il provvedimento in questione in materia di lavori usuranti?

In sostanza riapre i termini della delega, che nel passaggio tra la precedente legislatura e questa erano scaduti. Poi inserisce una clausola di garanzia nel caso in cui le domande per accedere ai requisiti pensionistici agevolati, riconosciuti ai lavoratori esposti ad attività usuranti, superino gli stanziamenti previsti. Quanto a benefici, a regime, i lavoratori esposti a tali attività potranno andare in pensione fino a tre anni prima degli altri.

In Commissione Lavoro è passato un suo emendamento in tema di scuola e apprendistato che ha suscitato non poche polemiche da parte di sindacati ed esponenti dell'opposizione parlamentare. Di cosa si tratta? E come risponde alle polemiche?

E' una tempesta in un bicchier d'acqua. In verità noi offriamo un'opportunità in più ai ragazzi. La sinistra, nella passata legislatura, ha introdotto il diritto-dovere d'istruzione per la durata di un decennio (da 6 a 16 anni), ma non sono stati modificati gli ordinamenti e i cicli scolastici. In sostanza, si tratta di uno «scampolo» di istruzione, dopo la scuola media, spesso ritenuto inutile da parte dei ragazzi che non intendono continuare gli studi. La legge consente, inoltre, di adempiere all'obbligo di istruzione frequentando dei percorsi organizzati dalle strutture, pubbliche e private, del sistema della formazione professionale regionale. Il mio emendamento - se sarà approvato in via definitiva - riconoscerà la possibilità di entrare nel mercato del lavoro a 15 anni soltanto attraverso un rapporto a causa mista e ad alto contenuto formativo, come l'apprendistato, rispettando, nel contempo, l'obbligo di istruzione. Non è modificata la norma che ha elevato a 16 anni l'età minima per l'accesso al lavoro. Non sarà consentito, infatti, di fare l'operaio o l'impiegato a 15 anni; l'apprendista sì, perché tale rapporto ha un contenuto prevalente d'istruzione e formazione. L'articolo 48 della legge Biagi - a cui si riferisce l'emendamento - stabilisce, addirittura, che «la regolamentazione dei profili dell'apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione è rimessa alle Regioni», d'intesa con i Ministeri del Lavoro e dell'Istruzione pubblica, sentite le parti sociali. Quanto previsto dall'emendamento diventerà operante solo a valle di tale percorso.

La piaga del lavoro sommerso è tornata prepotentemente sotto la luce dei riflettori dei media con i noti fatti di Rosarno. Il ministro Sacconi ha dichiarato che ci sarà tolleranza zero da parte del Governo contro il lavoro irregolare. Che cosa prevede il ddl sul lavoro in materia?

C'è una norma precisa di contrasto del lavoro irregolare nel «collegato», che punta a perseguire con maggiore impegno le violazioni sostanziali piuttosto che quelle formali.

Da tempo si parla della riforma degli ammortizzatori sociali. Quando verrà realizzata e secondo quali criteri?


Nel «collegato» al Senato è stata introdotta un'ampia norma di delega per disciplinare questa materia. Tra l'altro è stata riaperta la stessa delega che il Governo Prodi aveva inserito nella legge di recepimento del Protocollo sul welfare del 2007. Poi il ministro Sacconi ha in preparazione anche lo Statuto dei lavori che dovrebbe meglio definisce i soggetti a cui vanno riconosciuti ed erogati gli ammortizzatori sociali.

Tutti gli studi ci dicono che l'impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano è stato fino a oggi moderato rispetto a molti altri paesi OCSE. Quale è, a suo avviso, la chiave di lettura di questi dati?


E' un trend destinato ad aggravarsi, anche se il tasso di disoccupazione resterà al di sotto di quello medio europeo. Di chiavi di lettura ce ne possono essere tante. Io ne ricordo in particolare due: il Governo ha messo a disposizione delle imprese, nella fase più acuta della crisi, risorse importanti che hanno garantito il mantenimento di un rapporto con i lavoratori. Poi la crisi non ha colpito ovunque nello stesso modo: alcuni settori hanno tenuto meglio di altri. Purtroppo sono stati i cosiddetti «precari» ad aver pagato un prezzo più alto.

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