giovedì 11 ottobre 2007

Caos sulla sicurezza



di Antonio Maglietta - 11 ottobre 2007

Con riferimento alla questione della sicurezza, «la lunghissima coalizione di centrosinistra non è in grado di prendere decisioni su questi temi». A dirlo non è solo il centrodestra. Infatti la frase è stata pronunciata dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, lunedì nel corso del suo intervento al termine della serata promossa dal presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, in vista del voto per le primarie del Partito Democratico. Nel corso dell'iniziativa, tra i numerosi interventi, c'è stato anche quello dell'assessore del Comune di Firenze, Graziano Cioni, protagonista della recente ordinanza «anti-lavavetri». Cioni, rivolgendosi al ministro Gentiloni, ha chiesto perché non si possano prendere provvedimenti in grado di garantire sicurezza e vivibilità nelle città senza finire al centro delle polemiche. «Il motivo - ha detto il ministro - è che non c'è chiarezza su queste cose. Sono temi che, all'interno della nostra coalizione, diventano oggetto di polemiche, quando invece - ha concluso - sarebbe indispensabile un indirizzo chiaro».
Un semplice sfogo isolato caduto nel nulla? Sembra proprio di no. E' significativo che il malessere e le laceranti contraddizioni all'interno del centrosinistra sulla questione «sicurezza» emergano, con sempre più insistenza, in una Regione chiave del potere istituzionale rosso come la Toscana. Infatti, dopo la sortita di Gentiloni, è stato il turno del sindaco di Firenze, nonché presidente nazionale dell'Anci, Leonardo Domenici. Intervenendo su Radio 24 al programma «Viva Voce», l'esponente diessino non ha usato giri di parole: «Sulla questione sicurezza un problema a sinistra c'è. Se la sinistra cosiddetta "radicale" o "antagonista" non partecipasse al governo, sarebbe quasi meglio anche per loro. Se si sta al governo si sta al governo, non si va a fare cortei contro. In ogni caso ognuno fa le scelte che può: la sinistra radicale nella mia maggioranza non c'è». E con riferimento ad un titolo apparso martedì scorso in prima pagina su «Il Manifesto» («Grilletti d'Italia»), con cui si criticava aspramente l'accordo raggiunto in materia di sicurezza tra il ministero dell'Interno ed una delegazione di sindaci, Domenici ha affermato: «E' un'enorme idiozia e penso che sia anche molto grave. Sono stupito che un giornale pubblichi un titolo del genere, non è una cosa degna de "Il Manifesto"».
Critiche al titolo del quotidiano diretto da Gabriele Polo sono arrivate anche dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari: «E' un titolo che si commenta da sè; è lo sciocchezzaio incarnato. Il problema è che sulla sicurezza, come su tanti altri temi anche più decisivi per le sorti del Paese, ci sono margini ristrettissimi di possibilità di governo efficace con la sinistra radicale, che io definisco invece ultraconservatrice. Governare con loro sarà sempre più difficile. Dopodiché, a livello locale si può fare poco, soprattutto con un governo come questo che sopravvive, diciamocelo fuori dai denti». Non è un caso che al coro unanime di critiche proveniente dal centrodestra si associno anche alcuni sindaci di centrosinistra. Proprio loro, infatti, a causa del ruolo istituzionale che ricoprono, sono costretti a confrontarsi quotidianamente con la realtà e sanno benissimo che pontificare sul nulla senza prendere alcuna decisione concreta, come fa il governo, non aiuta certo i cittadini a sentirsi più sicuri.
Restando alla polemica sollevata da Domenici, va sottolineata la risposta piccata arrivata a stretto giro di posta da Rifondazione Comunista: «Le sue affermazioni sono gravissime, perché assecondano le peggiori pulsioni securitarie che la destra agita nel Paese e perché sono oggettivamente incompatibili con lo svolgimento di una funzione come quella di presidente dell'Anci, che dovrebbe innanzitutto garantire il pluralismo istituzionale. Al contrario, assistiamo negli ultimi mesi a una politica sempre più orientata in senso reazionario, a partire dalla proposta avanzata proprio da Domenici di ampliare a dismisura il ruolo e i compiti della polizia municipale contro immigrati e lavavetri. Inoltre, il presidente dell'Anci pare aver dimenticato in fretta che proprio la tanto vituperata sinistra è stata l'unica a difendere i Comuni in questi ultimi anni, contro i tentativi di strangolamento finanziario, di privatizzazione dei servizi, di immiserimento della loro funzione istituzionale e sociale. Evidentemente, più che dei Comuni italiani, Domenici vuole assumere la rappresentanza di quella pattuglia di sindaci sceriffi del Partito Democratico che sui temi dell'inclusione sociale e dei servizi ai cittadini preferiscono parlare con la Lega e Alleanza nazionale».
A questo punto, diviene chiara la causa della paralisi che attanaglia da circa un anno e mezzo le istituzioni nostrane. Il governo Prodi non è in grado di prendere alcuna decisione perché la coalizione che lo sostiene non è d'accordo su nulla e men che meno su un tema cruciale come quello della sicurezza. Il problema non è la legge elettorale, ma la natura stessa di questo centrosinistra, che è semplicemente un cartello elettorale pronto ad occupare tutte le poltrone e nulla più.

Antonio Maglietta

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