giovedì 2 febbraio 2012

Controversie sul lavoro: urge un decreto sul tema

di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it
giovedì 02 febbraio 2012

In questi giorni è in corso a Palazzo Chigi il negoziato tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro che il premier Mario Monti vorrebbe concludere entro febbraio. Sono quattro i punti proposti dall'esecutivo su cui incentrare il confronto: forme contrattuali, flessibilità in entrata e in uscita dal mercato del lavoro, ammortizzatori sociali e salari.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha aggiunto anche la conciliazione nelle cause di lavoro tra i temi in discussione. Proprio su quest'ultimi punto, il ministro potrà avvalersi di un ottimo provvedimento approvato dal precedente governo Berlusconi. Si tratta della Legge n. 183 del 2010 (il cosiddetto collegato lavoro). La norma, tra le altre cose, conferisce alle parti sociali la facoltà di realizzare procedure di conciliazione e di arbitrato irrituale, a cui i lavoratori si obbligano a ricorrere tramite la sottoscrizione, libera e volontaria, di una clausola compromissoria, in modo che le controversie di lavoro (con l'esclusione esplicita di quelle attinenti la risoluzione del rapporto di lavoro) possano avere sollecita composizione stragiudiziale. Trascorso un anno senza che siano intervenute intese negoziali, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali è tenuto ad esercitare nei sei mesi successivi un'azione di mediazione, a conclusione della quale, perdurando la mancata iniziativa delle parti, spetta al ministro stesso definire, in via sperimentale, una soluzione con proprio decreto.

Elsa Fornero, nel corso del question time svoltosi mercoledì scorso alla Camera, interrogata proprio su questo punto, giacché, nell'inerzia delle parti sociali, il termine di un anno è scaduto, ha affermato di essere consapevole del problema e pronta ad agire, e che si impegna ad effettuare una ricognizione su quanti contratti collettivi abbiano effettivamente attivato la clausola di arbitrato e a porre la questione alle parti sociali. La questione non è assolutamente di poco conto anche perché, oltre al fatto che si tratta di un tema sempre delicato da affrontare, il I presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha sottolineato il forte incremento delle controversie di lavoro (anno giudiziario 2010-2011): + 34,9% per le cause di pubblico impiego; + 15,7% per le cause di lavoro privato, per un aumento complessivo del 51,6%. Se consideriamo, inoltre, che ci vogliono in media quasi tre anni, 1.039 giorni per l'esattezza, per arrivare ad una sentenza in una causa di lavoro privato, allora non possiamo davvero più permetterci di perdere altro tempo per adottare il decreto previsto dal c.d. collegato lavoro.

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