martedì 6 aprile 2010

Iniziative europee e nazionali a favore delle piccole e medie imprese



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

venerdì 02 aprile 2010

Internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, auto verde, turismo: questi alcuni dei principali fronti su cui si concentrerà nei prossimi mesi la politica industriale europea sotto la guida del vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani. Le priorità dell'azione europea sono state fissate nel programma di lavoro appena approvato dall'esecutivo comunitario. Toccherà proprio a Tajani e al suo team presentare una comunicazione su politica industriale e globalizzazione in cui saranno indicate le azioni prioritarie da portare avanti per favorire lo sviluppo delle imprese, in particolar modo quelle di piccole e medie dimensioni, e per sostenere un tessuto industriale capace di reggere alla concorrenza.

E proprio le iniziative della Commissione europea in favore delle piccole e medie imprese (Pmi) sono state al centro dell'incontro svoltosi nei giorni scorsi a Bruxelles tra il vicepresidente Tajani e il presidente di Eurochambres (l'associazione europea che rappresenta oltre 1200 Camere di commercio di 45 paesi), Alessandro Barberis. Nel corso dei colloqui è stata sottolineata l'importanza dell'innovazione al fine di aumentare la competitività delle imprese sui mercati internazionali. In questo contesto, Tajani e Barberis hanno convenuto sull'importanza del ruolo della Commissione nel creare le condizioni per il successo delle Pmi europee, proseguendo nella creazione di nuovi European Business Center fuori dall'Europa, in grado fornire il necessario supporto. Altri temi dell'incontro sono stati l'importanza dell'implementazione rapida dello Small Business Act e la richiesta, da parte di Eurochambres, che le iniziative della Commissione sui ritardi di pagamento e sulla società privata europea vengano adottate il più rapidamente possibile.

Se l'Europa si muove, l'Italia non resta certo ferma a guardare, e dopo le tante iniziative già messe in campo dall'attuale governo per sostenere le piccole e medie imprese ecco arrivare, grazie al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ne ha firmato mercoledì scorso il decreto istitutivo, il «Tavolo tecnico consultivo permanente di monitoraggio congiunturale e individuazione dei fabbisogni e criticità delle Pmi». «La costituzione di un Tavolo specifico per le Pmi riconferma la costante attenzione che il governo Berlusconi riserva a questa fondamentale componente dell'economia nazionale, rappresentando il 99,8% delle imprese italiane, il 25% di quelle europee e il 50% dell'occupazione nazionale», ha detto Scajola spiegando poi che «l'organismo tecnico ha l'obiettivo di acquisire dati e analisi nei vari settori riguardanti le Pmi italiane e di rappresentare un punto di riferimento e di ascolto atto a rilevare esigenze e fenomeni di cambiamento delle micro, piccole e medie imprese nel nostro paese, in un'ottica di consolidamento e di sviluppo del sistema delle Pmi». Il Tavolo attua i principi contenuti nella comunicazione della Commissione dell'Unione europea «Small Business Act» e nella direttiva del presidente del Consiglio dei ministri sullo SBA, approvata in prima lettura dal Consiglio dei ministri del 27 novembre 2009. L'insieme delle attività svolte nell'ambito del Tavolo faranno da contenuto e da supporto alle decisioni e alle iniziative che il ministero dello Sviluppo economico deciderà di adottare per le Pmi.

Sempre sul tema dello sviluppo delle piccole e medie imprese, inoltre, va segnalata la meritevole iniziativa parlamentare dell'onorevole Raffaello Vignali (Pdl), che ha presentato alla Camera dei deputati un disegno di legge sullo Statuto delle imprese, che introduce nell'ordinamento, per la prima volta, diritti delle imprese verso le Amministrazioni statali e verso il Fisco, una serie di interventi di semplificazione ad ogni livello per le Pmi, sulla base dello «Small Business Act» dell'Unione Europea, e semplifica l'avvio delle nuove imprese eliminando per i primi cinque anni ogni fardello burocratico (in pratica valgono solo Codice civile e Codice penale) e fiscale. Inoltre lo Statuto prevede la costituzione di un'Agenzia per le Pmi e di una Commissione bicamerale che valuti in via preliminare l'impatto di norme e regolamenti sulle Pmi, prevedendo oneri minori e tempi di adeguamento più lunghi; si chiede in pratica che in questi casi non si parta da norme pensate per le grandi imprese, ma per le piccole.

Insomma, sembra che finalmente qualcosa si muova a favore delle piccole e medie imprese, sia a livello europeo che nazionale. Il governo Berlusconi deve proseguire nel percorso intrapreso, continuando a guardare con grande attenzione a queste fondamentali realtà produttive e lavorative, e il parlamento dovrebbe cercare di fare la sua parte, magari approvando in tempi rapidi le proposte di buon senso come quelle sullo Statuto delle imprese. Più forti saranno le piccole e medie imprese italiane, più forte, di conseguenza, sarà il nostro sistema produttivo ed il nostro mercato del lavoro. Sostenere queste realtà è nell'interesse di tutti.

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