mercoledì 21 gennaio 2009

In arrivo nuove norme sugli statali



di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 20 gennaio 2009

Il 18 dicembre dello scorso anno il Senato ha approvato il disegno di legge del ministro Brunetta recante «Delega al governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro e alla Corte dei Conti». Ora la palla è passata alla Camera, che ha calendarizzato il provvedimento per il mese di febbraio. Il testo rappresenta un fondamentale passo in avanti verso una migliore produttività del lavoro pubblico, che, a causa di numerosi vincoli normativi, di una sindacalizzazione invasiva (certificata con il memorandum sul pubblico impiego del 18 gennaio 2007) e di interventi poco mirati da parte del precedente governo (le fantomatiche e pasticciate stabilizzazioni del personale cosiddetto «precario» che neanche l'allora ministro Nicolais fu in grado di quantificare, l'ulteriore penalizzazione dei vincitori di concorso che si sono visti arrivare inaspettatamente altri soggetti concorrenti nell'accesso in pianta stabile nella Pa) è da troppo tempo legato a logiche che penalizzano le eccellenze e mettono sullo stesso piano diligenti, nullafacenti e assenteisti.

Occorre marcare le differenze, sottolineare le diversità, premiare e punire con cognizione, cercare di creare un sistema equilibrato, giusto e produttivo. Il ministro Brunetta, quindi, ha giustamente messo mano ai punti cardine del pubblico impiego e cioè ai sistemi di valutazione e sanzione dei dipendenti pubblici, alla disciplina della contrattazione collettiva, ai meccanismi di premialità, alla disciplina della dirigenza pubblica, alla vicedirigenza, oltre alla previsione di nuove attribuzioni al Cnel (redazione di una relazione annuale al parlamento e al governo sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini ) e alla Corte dei Conti (a richiesta delle competenti Commissioni parlamentari ovvero del Consiglio dei ministri, potrà effettuare controlli su gestioni pubbliche statali in corso di svolgimento).

La delega prevede il riordino delle procedure di contrattazione collettiva nazionale, in coerenza con il settore privato, nonché quelle della contrattazione integrativa e la riforma, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dell'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran). Il progressivo avvicinamento del pubblico ad alcune forme del privato non è che una prosecuzione di un cammino iniziato già 30 anni fa con il Rapporto Giannini (1979) «sui principali problemi dell'amministrazione dello Stato», che riteneva possibile il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità della Pa attraverso la parificazione, sotto il profilo normativo e tecnico-operativo, del pubblico impiego a quello privato, e la conseguente eliminazione di un regime normativo eccessivamente garantista nei confronti dei pubblici dipendenti.

Il provvedimento interviene anche sui sistemi di valutazione, con la previsione dell'obbligo per le Pa di predisporre, in via preventiva, gli obiettivi che l'amministrazione si pone per ciascun anno e di rilevare, in via consuntiva, quanta parte degli obiettivi dell'anno precedente è stata effettivamente conseguita, assicurandone la pubblicità per i cittadini, anche al fine di realizzare un sistema di indicatori. Verranno stabilite percentuali minime di risorse da destinare al merito e alla produttività del singolo e la valutazione positiva del dipendente deve costituire un titolo rilevante nelle progressioni interne.

Molto importanti, inoltre, gli interventi sulla disciplina della dirigenza e della vicedirigenza. Con riferimento a quest'ultima, il teso dispone che può essere istituita e disciplinata esclusivamente ad opera e nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento, che ha facoltà di introdurre una specifica previsione al riguardo. Per quanto concerne la dirigenza, invece, si afferma la piena autonomia e responsabilità del dirigente, in qualità di datore di lavoro pubblico attraverso l'individuazione del profilo professionale necessario a svolgere tale lavoro, il conferimento di ampi poteri sulla valutazione e sanzione del personale e la previsione di un maggior e più proficuo utilizzo dell'istituto della mobilità. Si accentuano quindi i caratteri privatistici di questa fondamentale figura del pubblico impiego, che certo non potrà più fare il Ponzio Pilato dinanzi a certe criticità dei propri uffici e dei dipendenti che ricadono sotto la sua sfera di indirizzo e controllo.

Fondamentali nella lotta all'assenteismo e alla nullafacenza le disposizioni che prevedono: la definizione della tipologia delle infrazioni che, per la loro gravità, comportano l'irrogazione della sanzione disciplinare del licenziamento, ivi comprese quelle relative a casi di scarso rendimento, di attestazioni non veritiere di presenze e di presentazione di certificati medici non veritieri da parte di pubblici dipendenti, prevedendo altresì, in relazione a queste due ultime ipotesi di condotta, una fattispecie autonoma di reato; la responsabilità disciplinare e, se pubblico dipendente, il licenziamento per giusta causa del medico, nel caso in cui lo stesso concorra alla falsificazione di documenti attestanti lo stato di malattia ovvero violi i canoni di diligenza professionale nell'accertamento della patologia.

Il progetto del ministro Brunetta è ambizioso e certamente la trasformazione in legge di questo provvedimento segnerà una svolta decisiva nel miglioramento della produttività del servizio reso dal pubblico impiego e nella creazione sia di meccanismi premiali (per i diligenti) che fortemente sanzionatori (per nullafacenti ed assenteisti).

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