giovedì 14 giugno 2007

Scardinata la cassaforte dei voti della sinistra


di Antonio Maglietta - 14 giugno 2007


I risultati dei ballottaggi hanno confermato l'ottimo risultato raggiunto dalla CdL già al primo turno delle elezioni amministrative 2007. In controtendenza con il dato storico, i candidati ed i partiti del centrodestra sono riusciti non solo a mantenere le posizioni ma addirittura ad espugnare santuari inimmaginabili come ad esempio Matera, Todi, Torre del Greco, Chioggia, Jesolo, San Donato Milanese tanto per citare qualche «risultato storico». «Un risultato eclatante che conferma e rafforza il risultato del primo turno, che segna una sconfitta ancora più netta e pesante delle sinistre, che dimostra la sfiducia crescente e dilagante dei cittadini anche di sinistra nei confronti di questo governo, che impone un cambiamento della guida del Paese che nessuna persona responsabile può non considerare indispensabile ed urgente». E' stato questo il commento del Presidente Silvio Berlusconi.
Inoltre in Basilicata, definita l'Emilia Romagna del sud per le percentuali bulgare che raggiungevano in termini di voti i candidati di centrosinistra, la vittoria della CdL nella città dei Sassi ha prodotto un vero e proprio terremoto politico, viste le conseguenti dimissioni in blocco dalla giunta regionale guidata dall'Unione, corredate con la motivazione ufficiale di «facilitare la verifica politica nella maggioranza». Così Guido Viceconte, coordinatore di Forza Italia in Basilicata: «E' cambiata la storia della Basilicata. La vittoria di Buccico a Matera rappresenta un grande risultato che apre una stagione nuova non solo nella cittadina dei Sassi ma nell'intera regione».
Ma neanche il nudo dato numerico fornisce in pieno le dimensioni della vittoria della coalizione di centrodestra. La vera conquista è stata quella di aver finalmente scardinato la cassaforte dei voti del centrosinistra, che non è individuabile in un luogo fisico ma in uno istituzionale quale è appunto quello degli enti locali. Quella ampia rete di potere politico-istituzionale su cui poteva contare il centrosinistra ed in cui si formava e fondava gran parte del consenso pro-Unione, oggi, in parte, non c'è più. Inoltre la sinistra ha perso il controllo di molti di quei comuni e di quelle province che spesso venivano usati, a volte cinicamente, per «allenare» alla gestione della cosa pubblica e del potere i futuri protagonisti della scena politica nazionale. Significativa in tal senso una recente riflessione del ministro Pierluigi Bersani nel programma di approfondimento politico di Rai 3 Ballarò. Nel corso della puntata il ministro diessino rivendicò, con sincera ed ammirabile passione, quel tipo di tradizione politica di sinistra che voleva i futuri gestori della res publica a livello nazionale fare la «gavetta» negli enti locali prima di essere lanciati a più alto livelli. Ora quella «palestra», in parte, non c'è più.
E' venuta finalmente meno la spina dorsale del potere del centrosinistra: il controllo degli enti locali come luogo privilegiato di formazione del consenso. Insomma, solo la faziosità degli esponenti del centrosinistra al potere può non riconoscere che l'ultima tornata elettorale ha sancito inequivocabilmente la vittoria del centrodestra, e delineato chiaramente un avviso di sfratto da parte dei cittadini italiani per l'attuale inquilino di Palazzo Chigi.


Antonio Maglietta

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