giovedì 25 giugno 2009

Immigrazione: l’Europa promuove l’Italia e promette aiuto


di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 23 giugno 2009

Nel corso del Consiglio Europeo di Bruxelles del 18 e 19 giugno 2009, grazie alle continue e costanti pressioni del governo italiano, le istituzioni comunitarie si sono fatte finalmente carico del problema concernente l'immigrazione irregolare dal punto di vista della condivisione comunitaria del tema. Da qualche tempo l'Italia ha chiesto un maggiore impegno da parte dell'Europa e finalmente sembra che qualcosa si muova. Nell'ambito delle conclusioni della Presidenza è stato evidenziato che i recenti avvenimenti verificatisi a Cipro, in Grecia, in Italia e a Malta sottolineano l'urgenza di potenziare gli sforzi per prevenire e contrastare efficacemente l'immigrazione irregolare alle frontiere marittime meridionali dell'Ue, evitando così future tragedie umane. È essenziale una risposta europea determinata, ispirata ai principi di fermezza, solidarietà e responsabilità condivisa, in linea con il patto europeo sull'immigrazione e l'asilo e con l'approccio globale in materia di migrazione, di cui occorre accelerare l'attuazione, specie per quanto riguarda la cooperazione con i paesi di origine e di transito. Tutte le attività nella regione del Mediterraneo occidentale e alle frontiere orientali e sudorientali devono continuare.

Finalmente, quindi, le istituzioni comunitarie hanno preso coscienza non solo delle oggettive difficoltà da qualche tempo denunciate dai paesi interessati della frontiera sud dell'Europa nell'opera di contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina, ma anche del fatto che questo tema non può non essere preso in carico dall'Europa intera e che, quindi, da questione nazionale diventi questione comunitaria. La solidarietà comunitaria muove dal presupposto che la forte pressione dei flussi migratori cui sono sottoposti i paesi del Vecchio Continente bagnati dal Mediterraneo è un problema comune dell'Europa e non certo limitato ai singoli stati interessati, spesso solo paesi di transito e non mete finali del viaggio della speranza.

Il documento licenziato la settimana scorsa al termine dei lavori del Consiglio Europeo individua alcuni passi fondamentali da compiere nel breve periodo. Si legge nel testo che il Consiglio europeo sollecita il coordinamento delle misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate e delle persone altamente vulnerabili. Si compiace dell'intenzione della Commissione di adottare iniziative a tal riguardo, cominciando con un progetto pilota per Malta. Esorta il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere un accordo che permetta di istituire rapidamente l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre la necessità di potenziare le operazioni di controllo alle frontiere coordinate da Frontex, di definire chiare regole d'ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare e di fare maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti. In questo contesto, sollecita un forte intervento per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e le reti criminali dedite alla tratta di esseri umani.

Si legge ancora, inoltre, che: il Consiglio europeo sottolinea la necessità di un rafforzamento significativo della cooperazione con i principali paesi di origine e di transito. Invita la Commissione ad esplorare la cooperazione concreta con i paesi terzi in linea con i precedenti mandati adottati dal Consiglio. L'efficacia degli accordi di riammissione dell'Ue deve essere aumentata come parte delle politiche esterne globali dell'Ue. La conclusione dei negoziati sugli accordi di riammissione della CE con i paesi chiave di origine e di transito quali la Libia e la Turchia è una priorità: fino ad allora gli accordi bilaterali già esistenti dovrebbero essere attuati in maniera adeguata. Si tratta, con tutta evidenza, di un vero e proprio riconoscimento di merito nei confronti della coraggiosa azione politica fin qui tenuta dall'Italia in materia. Il nostro paese, infatti, si è mosso sia per cercare di arginare il problema nel breve periodo, attraverso uno specifico accordo con la Libia in materia di respingimenti dei clandestini, che per impostare un percorso virtuoso nel lungo periodo con l'obiettivo di diminuire i flussi di immigrati in partenza per i nostri territori, attraverso il riconoscimento dello strumento della cooperazione allo sviluppo come un mezzo fondamentale per la gestione dei flussi migratori (La cooperazione italiana allo sviluppo, Componente essenziale della politica estera, Ministero degli Affari Esteri: Più di recente le nuove emergenze hanno conferito alla cooperazione un ruolo sempre più fondamentale nella politica estera italiana, in armonia con gli interventi per il mantenimento della pace e la gestione dei flussi migratori - fonte).

Non c'è alcun dubbio sul fatto che le conclusioni della Presidenza, al termine dei lavori del Consiglio d'Europa, rappresentano una grande vittoria per l'Italia. Sono state accolte tutte le richieste fatte dal nostro paese e le linee-guida delle conclusioni proiettano l'Italia in un ruolo da protagonista, nel futuro, per tutte le azioni di contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo e nei progetti di cooperazione con i paesi di transito e origine dei flussi migratori diretti verso il sud del Vecchio Continente.

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