martedì 9 ottobre 2012

E' indispensabile aiutare la famiglie italiane

di Antonio Maglietta
maglietta@ragionpolitica.it

martedì 09 ottobre 2012

Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nel secondo trimestre del 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari all'8,1%, con una diminuzione dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% se confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno. Sempre secondo l’Istituto nazionale di statistica, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito dell'1% rispetto al trimestre precedente, e dell'1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2011.

Tenendo conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre del 2012 si è ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2011. Nei primi sei mesi del 2012, nei confronti dello stesso periodo del 2011, il potere d'acquisto ha registrato una flessione del 3,5%. Le famiglie italiane se la passano male. Se ci serviva un riscontro numerico per dare un’aura di ufficialità a quello che già ognuno di noi è in grado di vedere nella vita di tutti i giorni, ora siamo stati accontentati.

L’Istat ci dice, numeri alla mano, che per le famiglie del Belpaese cala il potere di acquisto, si contrae il reddito disponibile, diminuisce la propensione al risparmio su base tendenziale e congiunturale. Insomma, se non si sta raschiando il fondo del barile per arrivare alla fine del mese, poco ci manca. A tutto questo va aggiunto che, sempre secondo l’Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) a settembre, comprensivo dei tabacchi, ha registrato una variazione congiunturale nulla e un aumento del 3,2% su base tendenziale (lo stesso valore registrato ad agosto).

Secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane (pubblicato quest’anno e riferito al 2010), è emerso che nel 2010 il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, era pari a 32.714 euro, 2.726 euro al mese. Il reddito da lavoro dipendente ricevuto in media da ciascun percettore era risultato pari a 16.559 euro. Sempre nel 2010, il 29,8% delle famiglie reputava le proprie entrate insufficienti a coprire le spese, il 10,5% le reputava più che sufficienti, mentre il restante 59,7% segnalava una situazione intermedia. La ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presentava un valore medio di 163.875 euro. Il 10% delle famiglie più ricche possedeva il 45,9% della ricchezza netta familiare totale. La percentuale di famiglie indebitate era pari al 27,7% e l’incidenza mediana della rata annuale complessiva per il rimborso dei prestiti sul reddito familiare era del 12,4%.

Lo scorso 31 luglio, il governo in carica ha presentato un progetto a sostegno dei bilanci familiari chiamato ‘Percorso Famiglia’. Un’iniziativa che, seppur meritevole sul piano delle intenzioni, si limita a potenziare strumenti già introdotti dall’ultimo governo Berlusconi come il Fondo per la casa, il Fondo per i nuovi nati e la possibilità di sospendere i mutui per le famiglie che hanno difficoltà a pagarne le rate o ad intervenire su fondi già potenziati dal precedente esecutivo come ad esempio quello per lo studio (introdotto nel 2007 dal governo Prodi II). La morsa a tenaglia tra prezzi al consumo in aumento, stipendi erosi dalle tasse e rate di mutui e prestiti da onorare sta soffocando il nostro Paese. Ben venga, quindi, sempre che diventi una realtà, l’idea da parte dell’esecutivo di rivedere la famigerata Imu per le famiglie disagiate, inserendo nella delega fiscale forme di progressività a favore dei nuclei familiari o dei pensionati maggiormente in difficoltà. Sarebbe una boccata di ossigeno e non certo un intervento strutturale ma di questi tempi è già un qualcosa di utile.

L’introduzione dell’Imu da parte di questo governo fu una stangata per tante famiglie. Speriamo in qualche intervento volto ad alleggerire il peso di questa imposta, anche alla luce degli ultimi dati positivi che registrano nel periodo gennaio-agosto 2012 una crescita del 4,1% delle entrate tributarie erariali (+10.462 milioni di euro), rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

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